Idiosincrasie


Se non avessi letto sia Ogni cosa è illuminata, sia Le memorie dello squalo che mi hanno abituato a pagine fatte costituite da numeri, lettere sparse e altre amenità varie, dicevo se non li avessi letti penso che non sarei stata pronta per un libro di questo genere. E molto probabilmente alla prima volta che mi mette un elenco infinito di numeri, che non hanno alcun altro senso se non quello di riempire pagine che altrimenti non si saprebbe come, l’avrei tirato sul muro. La trama del libro?  "Ethan Jarlewski lavora al JPod, il microalveare di una grande multinazionale canadese, dove per un errore del computer tutti hanno il cognome che inizia per J. Rinchiuso nel suo cubicolo, sgranocchiando cibi di plastica e scambiando conversazioni surreali con i bizzarri colleghi/compagni di sventura, cerca svogliatamente di sviluppare nuovi videogame, ogni volta frustrato dai suoi capi. La sua è un’esistenza asfittica e piatta, si direbbe più virtuale che reale, non fosse che, appena riesce a evadere dal cubicolo, la vita – quella vera, ma elevata all’ennesima potenza di sgangheratezza – lo aggredisce prontamente sotto le fattezze della sua famiglia d’origine: un padre che arranca tra provini cinematografici da una battuta, una madre che si divide tra coltivazioni casalinghe di marijuana e improbabili amanti-bambini nonché un fratello che si è impantanato con un gruppo di immigrati cinesi clandestini parcheggiati provvisoriamente nell’appartamento di Ethan… Con una scrittura ironica, cinematografica e modernissima, l’ultimo libro di Douglas Coupland è un concentrato di ironia e humor spiazzante, una freccia avvelenata al cuore della società contemporanea, all’ossessione cibernetica e al consumismo globale." (tratta dal sito Libreria universitaria) Alcuni punti di riflessione ce li offrirebbe anche volendo: ad un certo punto l’autore stesso si inserisce tra i personaggi. E cannibalizza la vita di Ethan. E’ una metafora per dirci che spesso e volentieri uno scrittore diventa un vampiro, trae linfa dalla vita altrui, da quella che lo circonda, per le proprie opere. E fin qui lo posso anche capire. Però dopo Eleanor Rigby, un racconto così carino, così profondo ecco io mi aspettavo qualcosa di decisamente diverso e migliore sotto alcuni punti di vista. Mi sembrava che ad un certo punto Coupland puntasse a shockare il lettore e non fosse neanche tanto in grado di farlo. Gli darò altre possibiltà, è ovvio. Ma questo libro non mi è piaciuto e ho fatto parecchio fatica a portarlo a termine.<br />

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

Una risposta a “Idiosincrasie”

  1. Interessante questo tuo post che invita alla lettura. Non conosco Coupland, ma vedrò di dare un’occhiata in libreria.

    Un sorriso.

    ^____^

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