Far from home

Sono due giorni che non faccio altro che girare per la mia città. Ho approfittato del bel tempo per andare via.
Sabato pomeriggio, dopo aver organizzato le idee su cosa farmi da mangiare, ho preso la borsa, il mio telefonino, ho inforcato le cuffie sulla testa e via.
La fortuna di vivere in una città di mare è che, in pratica, se solo lo vuoi vedere, puoi. In genere io non sono molto amante del caos legato al mare, della sabbia – devo avere dentro di me dei geni di Anakin Skywalker da qualche parte (se cogliete il perché siete dei fan di Star Wars) – ma adoro il suono dello sciabordio dell’acqua e si sentiva, anche se stavo ascoltando musica. Vedere l’immensa distesa e l’orizzonte infinito da una parte mi ha fatto sentire un puntino, dall’altra mi ha comunicato una pace incredibile. E’ un po’ come se fossi tornata al cuore di me stessa per un certo verso: in giro, con le cuffie e la musica come mia unica compagnia. L’unica e sola fedele compagna di una vita, tanto che ho sofferto in maniera lancinante quando ho dovuto rinunciarci per molti motivi. Adesso però posso ritornare ad ascoltare musica dove e quando voglio.
Lo foto che metterò sono state scattate da me. La prima è uno scorcio della passeggiata del quartiere Pegli di Genovafar from home: pegli
uno scorcio preso dalla passeggiata. Poi, complice il fatto che mi sono ritrovata dalla parte opposta – volevo prendermi qualcosa di dolce in un bar che fa dei gelati buonissimi, chi conosce quel quartiere sa di cosa parlo, ma c’era troppa fila – ed è arrivato l’uno, ho detto: ok vado a Voltri, sperando di beccare la focaccia buona da Priano – spoiler alert: l’avevano finita. – Quindi mi sono trovata in un’altra zona della citta e ho fatto questo scatto, splendido, che ancora non credo di esserci riuscita a farlo.
far from home: voltri
E, nonostante tutto il giro che avevo fatto e il lieve dolore che avevo alla schiena, perché non più abituata a camminare tanto, non avevo voglia di tornare a casa.
In questa settimana ho ricevuto la notizia che, finalmente, avevano sistemato la tomba dei miei, con l’aggiunta della foto di mio fratello. Quindi mi sono sentita… dire in dovere è brutto, perché non rende l’idea dello spirito con cui sono andata a trovarli. Gli inglesi direbbero: it meant to be. Ossia è una cosa naturale, destinata a essere fatta. Diavolo ma perché l’italiano non ha queste sfumature? O forse sono io che non le conosco. Comunque sia, mi sono recata al cimitero a trovarli e, al ritorno, ho fatto una passeggiata in centro già che c’ero. La giornata era di nuovo bella. Sono partita da casa alle 11:30 e sono tornata che erano quasi le sei. Ovviamente nel frattempo ho mangiucchiato qualcosa, mi sono seduta, ho tirato il fiato e… indovinate? Sono andata avanti con il libro che sto leggendo. Ho pure notato quanta gente andasse a vedere la partita allo stadio, davvero tanta!
Vi chiederete se ho fatto delle foto anche oggi: certo che si. Una la vedete come foto in evidenza e la vedete pure appena aprite il post, le altre due invece sono della mitica Bianchina di fantozziana memoria ovviamente risistemata e dipinta. Si fermano tutti a fare le foto e mi sono chiesta: perché allora io non dovrei?

Quindi eccola qui. Detto in soldoni: sebbene io sia stata abituata a stare da sola, quando mio fratello era via per lavoro… adesso è diverso. A volte mi scoccio a stare da sola in casa. Mi sono pure iscritta a un club di lettura. Io in genere sono una persona chiusa di carattere ma, adesso come adesso, la chiusura non mi porterà da nessuna parte. Ho bisogno di non pensare a mio fratello, di non pensare al fatto che lui non c’è più. Ci sono momenti in cui mi ritrovo a piangere anche se le situazioni in sé non sono collegate. Credo che sia il dolore che si faccia sentire, anche se vorrei che non fosse così. Non so se sto facendo bene, se sto facendo male. Non lo so. So solo che ci sono attimi in cui il dolore mi cattura il cuore e non posso fare altro che lasciarlo sfogare. Ci sono dei pensieri che faccio ma li tengo per me e per pochi altri. So che questo è un blog che non legge praticamente nessuno ma… ho ancora il pudore da persona vecchio stampo che, a volte, si sente in dovere di tacere. Lascio un regalo musicale che un po’ da l’idea di come mi sento. Uno dei tanti brani.

So far from who I was
From who I love
From who I want to be
So far from all our dreams
From what love means
From you here next to me
So far from seeing hope
I stand out here alone
Am I asking for too much?
So far from being free
Of the past that’s haunting me
The future I just can’t touch
And if you take my hand
Please pull me from the dark
And show me hope again
We’ll run side by side
No secrets left to hide
Sheltered from the pain

 

 

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

Una risposta a “Far from home”

  1. Fai bene cara sorella. Speravo che potessi arrivare a questo.
    Credo sia il tuo modo per riprendere in mano la tua vita.
    Spero che ti possa aiutare a stare meglio.
    Nel leggere ciò che hai scritto sono riuscita a vedere tutto, prima ancora di guardare le foto.
    Continua a camminare nella direzione in cui ti senti.
    Segui la corrente e vedi dove ti porterà.
    Credo ti faccia bene piangere anche quando meno te l’aspetti.
    Bellissime le foto, molto evocative.
    Ti abbraccio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.