Un avvocato, un giornalista una laureanda in criminologia. Tre omicidi e una sola accusata: Lisbeth Salander. E’ la persona perfetta con il suo passato pieno di perizie psichiatriche, di dichiarazioni di pericolosità e di asocialità fatte dai vari medici che l’hanno esaminata. Torniamo indietro di poco nel tempo. Micheal Blomkvist è tornato alla direzione della rivista Millennium ed è pronto a lanciare un numero scottante del giornale dedicato al “trafficking”. Ossia al commercio di ragazze a scopop sessuale. Un mercato di ragazze provenienti principlamente dalle repubbliche baltiche e dall’Europa mondiale. Quest’articolo si sarebbe dovuto basare sulle ricerche che Dag Svensson e la sua compagna Mia Bergman stavano facendo da anni ma poco prima che lo scabroso articolo viene mandato in stampa succede qualcosa di terribile che ne rende impossibile l’edizione.<
Era da parecchio tempo che non mi accadeva di andare a dormire tardi la notte perchè non potevo lasciare a metà la lettura di un libro da tanto era appassionante. Personalmente ho trovato migliore questo libro del precedente ma solo per un motivo. Finalmente si mettono le carte in tavola, finalmente viene raccontato cosa si nasconde dietro la reticenza e tutti gli sforzi per passare invisibile di Lisbeth. Finalmente riusciamo a capire il suo modo di essere, la sua personalità, la sua passione per gli enigmi, la sua intelligenza, la sua immensa fragilità. E stavolta non ho niente da dire contro l’autore, il libro è godibile, non da l’impressione di dilungarsi troppo come era apparso nel precedente. Anche di questo libro esiste il film. Quando avrò finito la trilogia penso che li recupererò. Se vi piace il genere, questo libro fa per voi.