YAWN!



Sono in fase: dormirei tutto il giorno.  Non faccio un tubo dalla mattina alla sera e meno farei. Non ho più ispirazione per niente. Una recensione, un collage, nulla di nulla. Vorrei solo dormire. Possibilmente senza che Birillo venga a disturbare il mio sonno. Due sere fa l’ho odiato per avermi svegliato due volte, stanotte invece che avevo deciso di sbatterlo già fuori me ne sono pentita. Perchè è venuto giù il diluvio universale e lui non aveva posti per imboscarsi dato che l’unico possibile gliel’avevo bloccato io. Di tanto in tanto per lavoro mi ritrovo a ricopiare delle cifre e a doverle scrivere in lettere. Ci credete che a volte mi vengono dei dubbi da prima elementare perchè mi chiedo come diavolo si scrivono? C’è una parte di me che capisce l’utilità di questo ma la parte di me tremendamente pigra la trova immensamente inutile. Lo so sto vivendo una vita priva di stimoli. Non me ne posso lamentare perchè a) c’è chi sta peggio b) alla fine me la sono scelta io visto che non smuovo un dito per cambiare. Alla fine voglio solo dormire. Dormire bene. Dormire quei sonni che facevo quando ero piccola, quando non avevo preoccupazioni di sorta, quando non mi sono rovinata la qualità del sonno perchè dovevo stare attenta a sentire che qualcuno in famiglia stesse male, quella rovinata dalle attese fatte in pena notte al pronto soccorso. Mentre guardavo la televisione è passato in rotazione Wanderwall degli Oasis. Ecco quella è una di quelle canzoni che la sento e dico: estate 1996, festivalbar, negozio di dischi. Ah si forse non ve l’ho detto ma per sei anni ho lavorato come commessa in un negozio di dischi. E finchè è durato è stato come se un sogno fosse diventato realtà perchè era la musica a darmi di che vivere. Ci sono altre canzoni che mi fanno quell’effetto: Connells "74/75"; Ke "Strange World", Crowded House "Weather with you", Radiohead "High and dry". Queste ultime due oltretutto si assomigliano in maniera pazzesca. Tutte queste fanno parte di un vissuto che temo non ritornerà più. Era l’inizio di una bella avventura, l’inizio di un sogno che poteva evolversi in qualcosa di più, in qualcosa che ogni coppia sana che si rispetti prima o poi mette in preventivo. Cosa è successo? E’ arrivata la realtà a portarmi altrove. A portarmi via da quei sogni. Chissà forse non ci credevo abbastanza o forse semplicemente non dovevano essere, come mi dico puntualmente per ogni sogno che frana…