Whale rider


Capita a volte che la mattina ti imbatti in film molto belli che forse meriterebbero una fascia oraria diversa e ben altra pubblicità. E li scopri per caso facendo un estivo annoiato zapping alla tv. E’ il caso di La ragazza delle balene. Il titolo originale è Paikea The Whale Rider, si tratta di un film diretto da Niki Caro, regista neozelandese che come ogni "indigeno" ha a grande cuore ogni questione legata al suo paese, è una delicata (ma non troppo) favola sul rigido mondo della stirpe maori e su ogni società fondata sulla discendenza maschile o maschilista in genere. Si narra la storia di Pai (Paikea), una ragazzina la cui unica sfortuna è di nascere donna in una società che vuole solamente gli uomini primogeniti quali destinatari del potere di capo tribù. Tutta la trama è dunque intessuta sullo scontro tra il nonno di Pai che "allena" un piccolo gruppetto di ragazzini ad essere leader e la stessa Pai che, emarginata dalla società maschile, fa di tutto per poter essere accettata nel ruolo che la tradizione le assegnerebbe. Ma niente convince Koro (il nonno, uno splendido Rawiri Paratene, quasi un giovane Cassius Clay) che Pai è l’erede che la sua stirpe attende fino all’episodio finale. Un episodio che non vi racconto per non togliervi il piacere della visione. Sono rimasta incantata a vederlo benchè delle balene c’è pochissima traccia è più centrato sul tema dell’essere accettati, dell’essere o meno predestinati a un ruolo. Ovviamente quello che mi ha affascinato anche è la tradizione. Una tradizione che rende il nonno di Paikea incapace di vedere, di rendersi conto di che tesoro avesse in casa fino quasi alla fine. Inoltre la colonna sonora creata appositamente da nientemeno Lisa Gerrard dei Dead Can Dance, potete sentire in sottofondo nel post un estratto, non può far altro che impreziosire un film non eccezionale ma sicuramente curioso e interessante sotto certi aspetti. L’attrice che fa Paikea è davvero splendida. Ma dovete avere occhi allenati per accorgervi della sua bellezza…

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

Una risposta a “Whale rider”

  1. Ciao Krishel, passo a salutare (e a leggere) in maniera un po’ veloce per mancanza di tempo; spero di rifarmi presto.

    Buon per te che riesci a trovare bei film facendo zapping, di solito da noi il telecomando è monopolio esclusivo di Sal, con quel che ne consegue^^

    Il mio PC (da riformattare, ma fa troppo caldo -_-) non mi permette di ascoltare le canzoni che metti per ogni post; con la scusa, però, mi son potuta gustare ‘Wooden Arms’ di Patrick Watson in un’esibizione live su Q TV: simpatico (è il termine giusto^^) da vedere.

    Mi avevi chiesto di scegliere la frase di una canzone che mi rappresenti, quindi, anche se un po’ tardivamente, ti rispondo: la canzone si intitola “Breathe no more”; la frase…

    “I’ve been looking in the mirror for so long

    That I’ve come to believe my soul’s on the other side

    All the little pieces falling, shatter

    Shards of me, too sharp to put back together […]

    But I know the difference between myself and my reflection

    I just can’t help but to wonder

    Which of us do you love”

    Sotto metto la traduzione

    “Ho guardato nello specchio così a lungo

    Che ho finito col credere all’esistenza della mia anima dall’altra parte

    Tutti i piccoli pezzi sono caduti, distruggendosi

    Frammenti di me, troppo taglienti per rimetterli a posto […]

    Ma conosco la differenza tra me e il mio riflesso

    Solo che non posso fare a meno di chiedermi

    Quale tra noi ami”

    …Un po’ lunghina, ma è una canzone bellissima (almeno secondo me); ne esistono due versioni (tre compresa quella live), una più ritmata, ed una solo piano che è quella che preferisco.

    Ti abbraccio spero di poter riconettermi presto.

    P.S. Hai ragione, chi ha scritto la descrizione dei segni riportati sul tuo post “segni e lampadine” sapeva proprio il fatto suo.

    Kiss kiss

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