Whale rider

Capita a volte che la mattina ti imbatti in film molto belli che forse meriterebbero una fascia oraria diversa e ben altra pubblicità. E li scopri per caso facendo un estivo annoiato zapping alla tv. E’ il caso di La ragazza delle balene. Il titolo originale è Paikea The Whale Rider, si tratta di un film diretto da Niki Caro, regista neozelandese che come ogni "indigeno" ha a grande cuore ogni questione legata al suo paese, è una delicata (ma non troppo) favola sul rigido mondo della stirpe maori e su ogni società fondata sulla discendenza maschile o maschilista in genere. Si narra la storia di Pai (Paikea), una ragazzina la cui unica sfortuna è di nascere donna in una società che vuole solamente gli uomini primogeniti quali destinatari del potere di capo tribù. Tutta la trama è dunque intessuta sullo scontro tra il nonno di Pai che "allena" un piccolo gruppetto di ragazzini ad essere leader e la stessa Pai che, emarginata dalla società maschile, fa di tutto per poter essere accettata nel ruolo che la tradizione le assegnerebbe. Ma niente convince Koro (il nonno, uno splendido Rawiri Paratene, quasi un giovane Cassius Clay) che Pai è l’erede che la sua stirpe attende fino all’episodio finale. Un episodio che non vi racconto per non togliervi il piacere della visione. Sono rimasta incantata a vederlo benchè delle balene c’è pochissima traccia è più centrato sul tema dell’essere accettati, dell’essere o meno predestinati a un ruolo. Ovviamente quello che mi ha affascinato anche è la tradizione. Una tradizione che rende il nonno di Paikea incapace di vedere, di rendersi conto di che tesoro avesse in casa fino quasi alla fine. Inoltre la colonna sonora creata appositamente da nientemeno Lisa Gerrard dei Dead Can Dance, potete sentire in sottofondo nel post un estratto, non può far altro che impreziosire un film non eccezionale ma sicuramente curioso e interessante sotto certi aspetti. L’attrice che fa Paikea è davvero splendida. Ma dovete avere occhi allenati per accorgervi della sua bellezza…