Waiting for the big one


Volevo fare tempo fa un topic dal titolo "good news, bad news". La cattiva notizia era che mi si era pure infettato l'occhio destro, la bella notizia era che sembrava si stesse risolvendo in qualche modo. Notizia che dura ancora oggi. Parlo senza peli sulla lingua qui nella casa: mi ha mandato in paranoia il cocktail micidiale mia sorella + mia insicurezza cronica. Di mio mi sarei semplicemente fidata dei medici anche se nell'angolo del mio cervello ho ancora l'esperienza che ho, pessima, con certa sanità. Ma lo devo dire: quelli del pronto soccorso del S. Martino di Genova sanno il fatto loro e mi hanno curato. Ora rimane solo una bella notizia: domenica prossima vado a vedere quel signore lassù in concerto. E lo so, vi ho ammorbato con il mio conto alla rovescia. Però per me è una giornata da vivere come un'evento. E non solo per la musica che sentirò ma anche per le persone che incontrerò. Sapete normalmente io sono una gran timidona ma ai concerti mi sblocco totalmente, mi rilasso e divento una persona estremamente socievole. E questo diventa maggiore quando si tratta di un concerto di Peter Gabriel. Perchè in pratica chi prima chi dopo tutti quanti abbiamo lo stesso tipo di ricordi legati alla sua musica. I concerti fatti, gli aneddoti, i suoi "tecnical fuck-up", i testi che il Maestro immancabilmente si scorda. Ad ogni concerto c'è una sensazione nuova eppure familiare che si rinnova. Ed è così per tutti noi. Per la prima volta arrivo vicino al mio compleanno senza essere particolarmente triste. Ed è un'altra della lunga serie di cose che devo a questo grand'uomo.