Uomini che odiano le donne



Era diventato un rito che si ripeteva ogni anno. Il destinatario del fiore ne compiva stavolta ottantadue. Quando il fiore arrivo, aprì il pacchetto e lo liberò dalla carta da regalo in cui era avvolto. Quindi sollevò il ricevitore e compose il numero di un ex commissario di pubblica sicurezza che dopo il pernsionamento era andato a stabilirsi sulle rive del lago Siljam. I due uomini non erano solo coetanei, ma erano anche nati nello stesso giorno – fatto che in quel contesto poteva essere considerato come una sorta d’ironia. Il commissario, che sapeva che la telefonata sarebbe arrivata dopo la distribuzione della posta alle undici, nell’attesa stava bevendo un caffè. Quest’anno il telefono squillò già alle dieci e trenta. Lui alzò la cornetta e disse ciao senza nemmeno presentarsi.<br />«E’ arrivato»
(cut)

«Nessuna lettera, suppongo?»
«No. Niente altro che il fiore. La cornice è la stessa dell’anno scorso.»

Inizia così il libro Uomini che odiano le donne nel modo più classico in cui si possa iniziare un romanzo di questo tipo. Già da subito l’autore incatena i suoi lettori con un mistero, stuzzicando la loro attenzione con la domanda: perchè qualcuno sta mandando un fiore in una cornice come regalo di compleanno? Che cosa significa? Lontano da quegli avvenimenti il giornalista economico Mikael Blomkvist, direttore della rivista Millennium, perde la causa che lo vede accusato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti del finanziere Wennerström. Sa che il suo nemico numero uno non demorderà finchè non avrà schiacciato il nemico e Mikael per salvare la rivista si dimette dal suo incarico. A quel punto riceve un’offerta curiosa da Henrik Vanger. Formalmente il suo compito sarà quello di scrivere una biografia sulla famiglia Vanger, un’antica famiglia industriale attualmente in decadimento, in realtà quello che Henrik vuole da lui è che scopra cosa è successo 36 anni fa a sua nipote Harriet che sembra essere scomparsa nel nulla. Nel corso delle sue indagini Mikael si imbatte in Lisbeth Salander. Strana donna davvero: di mestiere fa la ricercatrice, le sue relazioni sono le più esaurienti possibili, esaurienti ad un livello che nessuno dei suoi colleghi riesce lontanamente ad arrivare. Il suo passato è un mistero e lei stessa non ne vuole parlare. Di indole scostante e taciturna, Lisbeth è una delle tante donne in Svezia che sono sottoposte a tutela psicologica ed economica stabilita dallo stato. Il suo problema? Essere totalmente fuori da qualunque schema, non rispondere a nessun tipo di classificazione nè a qualsiasi interrogazione posta dagli psicologi e psichiatri che hanno avuto a che fare con lei. Il suo è apparentemente un profilo basso di una persona asociale e problematica.
Alla fine anche la vostra padrona di casa è riuscita a mettere le mani sopra la trilogia Millennium. Al momento in cui vi parlo sono a più della metà del secondo libro. Sinceramente parlando non è un libro originalissimo, molto inserito nel suo genere. Le vicende si sosterrebbero tranquillamente da sole se non fosse per quello che definisco il quid, il suo colpo di genio: Lisbeth appunto. E’ un personaggio talmente interessante che da sola vale tutto il libro. Ho trovato molto agghiaccianti le statistiche che l’autore getta qua e la, durante tutta la narrazione, statistiche di una percentuale alta di violenze subite dalle donne. Temo che quelle statistiche siano a ribasso purtroppo.  Ricapitolando: il libro è ben scritto, le vicende bene esposte e ti cattura talmente l’attenzione che non puoi fare a meno di continuare la lettura. E poi c’è Lisbeth. Un paio di appunti: primo forse sarebbe stato necessario fare un piccolo taglio di qualche pagina nella narrazione qua e la, ma lo si può perdonare perchè comunque anche così scorre bene lo stesso. Secondo appunto. L’autore è morto nel 2004, un vero peccato perchè avrei sicuramente seguito la sua evoluzione molto volentieri.  E’ stato tratto un film da questo libro che non ho visto ma forse recupererò prima o poi. Ho visto qualche immagine in giro su internet e devo fare i complimenti al regista per la scelta dell’attrice per impersonare Lisbeth. E’ esattamente come me la immaginavo.

2 Risposte a “Uomini che odiano le donne”

  1. Io per ora ho visto i primi due film e in effetti l'attrice è azzeccattissima…il terzo devo ancora vederlo….io non sono un gran lettore e non ho letto i libri da cui son stati tratti i film…..purtroppo lui è morto troppo presto ed aveva in mente una sorta di decalogo, insomma dieci libri…..il quarto e il quinto erano forse già quasi finiti..gli altri cinque ce li sogniamo…….Buona serata!ps nota negativa gli americani faranno il remake di "Uomini che odiano le donne"…….

  2. Devo dargli una seconda possibilità a questo libro che non sono riuscita ad andare avanti più di 20 pagine….Un libro invece che mi ha preso tantissimo è questo:  Orlanda di Jacqueline Harpman in Voland. Harpman Harpman

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