Tornano le mie recensioni minime, ossia recensioni di libri che non meritano recensioni uniche per svariati motivi.
1) Il club delle ricette segrete di Andrea Israel, Nancy Garfinkel. E’ la storia di due donne con la passione per la cucina, due donne che hanno condiviso una grandissima amicizia da adolescenti e che si sono divise da adulte per un grosso litigio. Assistiamo a questa corrispondenza fitta fatta di confidenze e ricette scambiate con un finale che a me è sembrato parecchio telefonato. Le ricette poi: pur essendo il motore principale della storia, risultano troppo a se stanti e poco presenti nel racconto. Il fatto di intervallare lettera e ricetta a volte mi è sembrato dispersivo. Giudizio? Carino. Può andare bene se non avete niente di meglio da leggere.
3) Multiversum di Leonardo Patrignani La trama: Alex vive a Milano. Jenny vive a Melbourne. Hanno sedici anni. Un filo sottile unisce da sempre le loro vite: un dialogo telepatico che permette loro di scambiarsi poche parole e che si verifica senza preavviso, in uno stato di incoscienza. Durante uno di questi attacchi i due ragazzi riescono a darsi un appuntamento. Alex scappa di casa, arriva a Melbourne, sul molo di Altona Beach, il luogo stabilito. Ma Jenny non c’è. I due ragazzi non riescono a trovarsi perché vivono in dimensioni parallele. Nella dimensione in cui vive Jenny, Alex è un altro ragazzo. Nella dimensione in cui vive Alex, Jenny è morta all’età di sei anni. Il Multiverso minaccia di implodere, scomparire. Ma Jenny e Alex devono incontrarsi, attraversare il labirinto delle infinite possibilità.(tratta da anobii) Sono approdata a questo libro tramite una mia amica e, considerata la tematica che mi interessa dato il mio amore per Fringe, l’ho voluto leggere. Purtroppo però il libro non funziona da molteplici punti di vista. La caratterizzazione dei personaggi è molto povera tanto che non si riesce ad essere coinvolti davvero, non si riesce a empatizzare per loro. L’unico personaggio che presta qualche spunto interessante è quello di Marco, migliore amico di Alex, finito sulla sedia a rotelle a causa di un incidente, un nerd fatto e finito la cui intelligenza servirà a far comprendere cosa sta succedendo. Non arrivano Alex e Jenny, non arriva il mondo in rovina, tutto sembra una narrazione molto impersonale. Il libro è chiaramente concepito per essere il primo della saga, un primo libro le cui vicende non sono concluse e mi viene da sorridere se penso a come invece altri, con ben altre saghe, sono riusciti a chiudere le vicende pur lasciando fili aperti per i libri successivi. Immagino che creare una saga non sia materiale alla portata di tutti. Se avessi l’età dei protagonisti e se avessi letto meno libri di quanti ne ho letti ora forse mi potrebbe piacere. Forse, non ne sono sicura. Il target mi sembra chiaramente il pubblico adolescenziale appassionato dei recenti Divergent o di Twilight e, detto onestamente, non mi invoglia per niente ad aspettare il seguito. Bocciato su tutta la linea.
Vedo che ti ha colpito molto in positivo il libro Multiversum cara :p. Battute a parte, vedo che avevo ragione: le mie impressioni sulla trama si sono rivelate esatte. Sciapo, insipido, con personaggi stereotipati: il nerd bruttino, il figo, la gnocca. E ovviamente vende a palate..Sembra carino quello di Bartolomeo sì, vedremo dai