Tokyo Blues, Norwegian Wood.



Avevo trentasette anni, ed ero seduto a bordo di un Boeing 747. Il gigantesco velivolo aveva cominciato la discesa attraverso densi strati di nubi piovose, e dopo poco sarebbe atterrato all’aeroporto di Amburgo. La fredda pioggia di novembre tingeva di scuro la terra trasformando tutta la scena, con i meccanici negli impermeabili, le bandiere issate sugli anonimi edifici dell’aeroporto e l’insegna pubblicitaria della BMW, in un tetro paesaggio di scuola fiamminga. E’ proprio vero: sono di nuovo in Germania, pensai. Quando l’aereo ebbe completato l’atterraggio, la scritta “vieteto fumare” si spense e dagli altoparlanti cominciò a diffondersi a basso volume una musica di sottofondo. Era Norwegian Wood dei Beatles in un’annacquata versione orchestrale. Come sempre mi bastò riconoscerne la melodia per sentirmi turbato. Anzi, questa volta ne fui agitato e sconvolto come non mi era mai accaduto prima”.

<br />Per Toru quelle note sono semplicemente la chiave d'accesso ai ricordi di quando era universitario, di quando era assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. E' un romanzo quello di Murakami che parla delle grandi questioni della vita: della crescita, di trovare un proprio posto nel mondo, della morte ma anche dell'amore. Questo per me è il secondo autore giapponese in cui mi imbatto. L'altra sapete chi è non ve lo devo dire. E ho trovato differenze tra i due come ci sono tra un uomo e una donna. Tanto eterea delicata la Yoshimoto, quanto più fisico, terreno Murakami. In comune hanno la stessa capacità di parlare di questioni gravi senza moralismi inutili e senza appesantire troppo. Il dilemma di Toru tra la figura di Naoko, ragazza del suo migliore amico morto suicida che finisce in un sanatorio per risolvere i propri problemi, e Midori, ragazza viva e vitale che sembra non farsi molti problemi in genere (è stato lampante per me l'episodio della minigonna, chi ha letto il libro sa cosa intendo) è lo stesso dilemma di tutti noi che ci dividiamo tra passato e presente e non sappiamo cosa sceglirere. Tra le tante cose penso venga ritratto anche due modi completamente diversi di rispondere al dolore e al lutto. Insomma in questo libro c'è tanto materiale di riflessione ed è scritto splendidamente. In alcune parti forse l'ho trovato fin troppo crudo, però va bene così. Se siete appassionati come me di autori giapponesi, dategli una possibilità.
P.S. Grazie Francesco.