So called chaos


Ieri sera mi è venuto a trovare un vero gentiluomo, il signore ritratto nella foto. Ora pensate che io sia impazzita… ahem. Che sia diventata più folle di quello che già ero, meglio. By the way andatevi a leggere gli ultimi commenti del post precedente e capirete cosa dico. Chiunque sia, sia che si tratti del vero Zio Paperone oppure no, ti ringrazio. Mi hai fatto fare una risata, tutta buona energia che arriva. A quelli di splinder, e avverto che userò delle parolacce, dico: QUANDO CAZZO VI DECIDETE A METTERE A POSTO IL COUNTER DELLE VISITE?? Sono mesi che sta in stato "loading". E’ la prova di un post, un post a metà. Vi parlerò di un libro che mi hanno regalato quando sono andata in quel di Milano. Ma a tempo debito. To be edited…<br />
Sono le 14:19 aggiorno e dico innanzitutto: mi faccio paura. Sembra che splinder abbia risolto la questione del loading. Il potere della mia parola funziona evidentemente. Ok ora il libro. Si chiama "Uno stato particolare di disordine" di Ken Kalfus e mi è stato regalato da Massimo, ancora grazie mille tesoro. Dalla terza di copertina: "In una città devastata dalla paura e dal dolore ci sono almeno due persone che gioiscono, segretamente, della possibile morte l’una dell’altra. Quella dell’11 settembre 2001 è una mattina come tante nella routine quotidiana di Marshall e Joyce. Lei esce presto per salire sul volo diretto a San Francisco dall’aeroporto di Newark. Lui fa tardi al lavoro per flirtare con la maestra d’asilo di sua figlia. Giunge al World Trade Center appena in tempo per vedere l’inferno e salvarsi. Dall’ufficio di Joyce, intanto, arriva un contrordine che le risparmia di perdere la vita sull’aereo che si schianterà in Pennsylvania. Sopravvivere al più grande attentato che il terrorismo internazionale sia mai riuscito a mettere a segno nel cuore d’America non significa però scampare al caos di un’esistenza allo sbando. Perché Joyce e Marshall, dopo essersi amati, sposati e aver generato due figli, stanno ora combattendo la più feroce e avvilente delle guerre: il divorzio. Ma il loro disordine “particolare” non che è il frammento di una più vasta crisi della famiglia, della società e della politica del paese. Con sguardo impietoso, scrittura graffiante e soprassalti visionari Ken Kalfus racconta l’America in modo dissacrante e non convenzionale." C’è un costante parallelismo verbale, costruito con sapienza, tra macrocosmo e microcosmo. Tra quello che succede nel mondo e le vicende, e le meschinerie tra Joyce e Marshall fino all’inaspettato finale che non vi rivelo per non rovinarvi il piacere della lettura.

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

5 Risposte a “So called chaos”

  1. ogni volta che parli di un libro alla fine lo compro.

    Qualche tempo fa ho acquistato quello di veronesi. Questo sarà il prossimo.

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