Ritorno a scrivere qui dentro rispolverando le recensioni minime. Ossia recensioni di libri, o dischi o che dir si voglia, che non meritano il post singolo. Anzi forse per questi due non meriterebbero nemmeno il post ma in qualche modo devo pure sfogarmi.
In Solar di McEwan ci viene raccontata la vita di Michael Beard, uno sciupafemmine dal fascino inspiegabile. Vincitore del Premio Nobel per la fisica grazie a una ricerca giovanile, è ormai un genio sul viale del tramonto. Pigro, cinico, calvo, con quattro naufragi matrimoniali alle spalle, appetiti sessuali incontenibili, un girovita in continua espansione e il sospetto di non avere più niente di originale da offrire alla ricerca scientifica, Beard vive in relativa serenità della gloria del passato, tra scappatelle, conferenze e fumosi incarichi di rappresentanza, almeno fino alla scoperta della relazione clandestina della moglie. Patrice – trentaquattro anni e una vaga somiglianza con Marylin Monroe – lo tradisce sfacciatamente con il muratore di casa, un personaggio rozzo e massiccio che si diletta a malmenarla di tanto in tanto. Non avvezzo al ruolo del cornuto, Beard sprofonda in una spirale di autocommiserazione e desiderio di rivalsa, tra cene a base di vaschette di gelato da un chilo e simulazioni di incontri clandestini per suscitare gelosia nella moglie fedifraga. Nemmeno il prestigio del Premio Nobel sembra essere di conforto: il Centro di ricerca per le energie rinnovabili diretto da Beard pullula di giovani e promettenti ricercatori capelloni, schierati in prima linea per assicurare un futuro al «pianeta» e liberare l’umanità dalla schiavitù dei combustibili fossili. (Trama parziale presa da qui) E mi sono fermata qui con la trama perchè in realtà il tanto decantato confronto tra il giovane genio e il vecchio che ormai ha perso il guizzo è semplicemente un pretesto. Leggendo questo libro mi sono chiesta molte volte quanto davvero l’autore avesse voglia di raccontarci della vita del protagonista oppure lavorasse di mestiere. Bocciato.