Ieri pomeriggio, tornando a casa con l’autobus, ho visto di sfuggita una scena che mi ha riportato alla mente un lontano ricordo. Ho visto uno che metteva un oggetto in un cestino calato dall’alto. Mia nonna da parte di padre abitava al quinto piano di un palazzo ed era in alto. Per fare la spesa adottava questo sistema: mandava in avanscoperta i figli, e i nipoti poi, e si faceva recapitare tutto attraverso il cestino. Ho degli intensi ricordi di risvegli fatti con l’odore delle panelle che entrava dalla finestra. Panelle consegnate ancora calde in questo cestino di vimini. Per chi non lo sa, le panelle sono delle fettine sottili di pasta di ceci fritti nell’olio, hanno forma rettangolare e grandezza di 4 x 8 cm. Qualche genovese leggendo dirà sicuramente: ah ma sono come le panisse! Più o meno. Cambia solo la forma. Ed è stata una gioia per me scoprire, dopo il mio trasferimento qui, che c’era qualcosa che poteva essere simile a un mio ricordo di infanzia. Mia madre era riuscita a imparare a farle e di tanto in tanto le preparava e, quando accadeva, per me era una festa, era come tornare bambina.
Mi capitò di vedere una scena simile tantissimi anni fa a Napoli 🙂
Ho una voglia di panisse Aglaja che non hai idea…
Ah! Le panisse addentate in una fugasetta bianca nella friggitoria di via Pia, a Savona! E la farinata, bianca, di grano, tipica di Savona e quella gialla, di ceci dei zeneisi!
Altro che madeleine! ;-D
A.
E’ un piacere per me quando le mie parole possono suscitare emozioni e ricordi.
CHE BELLO..
I ricordi sono una catena..
Da piccolo quando i miei genitori mi portavano a Napoli mi incantavo a guardare “e panare” scendere e salire…
Come anche le panelle mi riportano alla torta di ceci che mangiavo nella mi Livorno… si chiamava 5e5… perche’ nel dopo guerra si comprava5 lire di pane e 5 di torta di ceci….
Grazie Krishel per le 2 immagini che hai evocato in me
Un bacio a Zena…