Le guide del tramonto, Polvere di Luna, Incontro con Rama

Quando il mio rapporto con la lettura diventa complicato ritorno alla fantascienza. Ai classici della fantascienza e Clarke è uno di quei nomi per cui si pensa istantaneamente a un classico. E’ un libro composto di tre romanzi di impianto diverso.
Le guide del tramonto si apre con il primo contatto dell’uomo con una civiltà evoluta, che chiamano Superni. I Superni prendono possesso della Terra in maniera non cruenta, e nonostante tutti i tentativi da parte dell’uomo di mettere in discussione la loro dominazione, loro continuano il loro disegno fino alla fine. In realtà questa è una dominazione che porta apparenti benefici all’uomo: di fatto si assiste alla cessazione di ogni tipo di conflitto, le risorse sono disponibili facilmente per tutti gli abitanti del pianeta, tanto che sono distribuite gratuitamente. Si assiste pian piano al declino. L’autore sostiene che mancando i conflitti, manca anche la spinta creativa che ha generato le opere migliori dell’uomo. E nella seconda metà del libro scopriamo che i Superni non sono poi così superiori a noi, che condividono con noi la sorte di trovarsi di fronte a una barriera insormontabile. E c’è il finale che non vi racconto che sinceramente temo di non aver capito.

Polvere di Luna rispetto al precedente è di impianto più canonico. E’ ambientato in un futuro in cui gli uomini vanno a visitare la Luna come gita turistica. Succede l’imprevedibile e l’equipaggio della Selene si trova faccia a faccia con l’eterna battaglia dell’uomo contro il tempo per la sopravvivenza. Una battaglia che lascerà il segno in chi l’ha combattuta, che cambierà per sempre la vita dell’equipaggio e dei passeggeri.

Incontro con Rama si svolge nel ventiduesimo secolo dove , dopo un impatto catastrofico avvenuto sessant’anni prima, l’umanità scruta con attenzione il cielo, osservando con cautela gli asteroidi che potrebbero causare una nuova catastrofe. Così, quando un nuovo oggetto celeste, proveniente da fuori il Sistema Solare, appare, viene immediatamente avvistato e catalogato. Esaurite quelle grecoromane, lo si battezza col nome di una divinità indiana: Rama. Ma Rama non è un asteroide. È invece un enorme oggetto artificiale alieno. La sua orbita lo porterà a sfrecciare attraverso il Sistema, passando vicinissimo al Sole per poi allontanarsi definitivamente. Non c’è il tempo di organizzare una spedizione; solo un’astronave, l’Endeavour (dal nome del dell’antico vascello dell’esploratore Cook) si trova casualmente già in una posizione idonea a poter intercettare il misterioso oggetto. Il compito di studiare Rama toccherà quindi all’equipaggio di questa nave “qualunque”. (Trama tratta da Terre di confine) Qui l’autore ha voluto mettere l’accento sulla tematica dell’esplorazione, edi limiti del genere umano con un avvertimento: non facciamo tanto gli arroganti. Noi pensiamo di essere al centro dell’universo quando in realtà le cose stanno diversamente.
Riassumendo in breve: Il primo è molto bello anche se il finale è atroce, il secondo pure e ha un finale tutto sommato migliore. Un po’ scontato, forse, ma non male. Il terzo mi ha annoiato a morte e non vedevo l’ora di finirlo.

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