Solitamente sono restia a leggere libri che, in un modo o nell’altro, sono stati un caso letterario ma a volte capita di fare delle belle scoperte. E’ il caso di “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery. Il romanzo in realtà è una narrazione a due voci. Da una parte c’è la portinaia Renèe Michel, portinaia da più di vent’anni di un elegante palazzo di Rue de Grenelle. Una donna in incognito: intelligente, appassionata di arte e di tutto ciò che porta bellezza nel mondo si è costruita una facciata da portinaia stupida, ignorante e insignificante. Dall’altra invece abbiamo Paloma una ragazzina figlia di un deputato ricco e di una laureata in lettere. Paloma dice:
«Madame Michel ha l’eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti».<
Sarà la stessa Paloma a descrivere con precisione in cosa consiste.
«(cut) In fondo la vita è così: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. E’ come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai.»
Consigliatissimo.