In viaggio con Erodoto

Questo libro è diviso a metà. Da una parte ci sono le vicende personali dell’autore, un giornalista polacco, appena laureato, inviato all’estero per la prima volta. Lui non aveva ben chiaro cosa volesse dire uscire dalla Polonia e vedere il resto del mondo. Narra dei viaggi in Africa, Egitto, Iran, poi di nuovo in Africa, rievocando sotto una luce nuova e con mano leggera contesti storici e avvenimenti privati. Ci rivela le difficoltà incontrate di fronte alla vastità della materia da dominare, interpretare e giudicare. Dall’altra parte ci sono le vicende di Erodoto, la persona chiave di lettura dell’autore verso gli altri. Kapuscinski ritiene Erodoto come il primo e vero reporter della storia: un uomo che viaggia per il mondo conosciuto alla ricerca di storie da raccontare, di eventi da tramandare agli uomini del presente e, forse anche quelli del futuro. Ne escono fuori riflessioni sull’uomo, sulla scrittura, sulla narrazione in genere. Cosa ha mosso l’uomo all’epoca di Erodoto? Cosa lo muove ora? Esiste realmente una differenza? Il finale del libro arriva inatteso e in sordina. Le vicende narrate da Erodoto in pratica si possono dire finite, quelle dell’autore ovviamente no. E’ la tipi stasi nell’attesa che tutto si muova, tutto ricominci da capo a mostrare un angolo diverso e inaspettato dell’animo umano.

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