Il mistero della natura

A un giorno dalla chiusura della mostra mi sono voluta fare questo regalo. E che regalo devo dire… Ho impiegato più di un’ora in fila per prednere i biglietti. Passata ad origliare le conversazioni altrui. Verso l’entrata all’interno del Palazzo Reale hanno riprodotto una versione realistica dell’Impero delle luci. L’allestimento voleva avvertire gli spettatori che il 2 giugno 2009 verrà inaugurato il Museo Magritte a Bruxelles. Entro, faccio il biglietto e poi scopro di filato con indicazione “Questa non è un audioguida”. Come avrà modo di spiegare la gentilissima receptionist per rispetto alla figura e all’arte di Magritte non hanno voluto fare una solita audioguida dove i dipinti vengono spiegati, bensì afermazioni di magritte stesso sulla sua arte e sull’arte del genere. Per me che sono davero appassionata è stato un invito a nozze. Il ritratto che ne esce fuori è di un artista al di fuori dei canoni della pittura del suo tempo. Lui stesso diffidava degli artisti e dell’arte che secondo lui era imbrigliata in determinati canoni. Aveva scelto il surrealismo perchè, fondamentalmente a lui interessava ricreare lo stupore e la magia che aveva provato nell’infanzia. Sentiva che ci fosse molta più meraviglia nella natura che nell’arte. Il suo scopo era stravolgere gli oggetti e le figure, toglierle dal contesto a cui si era soliti porli. Ho visto anche un Magritte inedito, nella tecnica impressionista. Era la sua reazione di fronte alla guerra, all’orrore degli eventi che si stavano svolgendo. Ciò che lo atterriva era la scienza al servizio della distruzione. Per reazione, per far sentire il suo urlo decide di dipingere tutta una serie di tele con tecnica impressionista – chiariamoci però sempre nel contesta dell’arte di Magritte quindi sempre presente lo straniamento e l’a-logicità degli oggetti e degli animali – coloratissimi.  Mi ha colpito molto il dipinto in cui c’era il corpo nudo di una donna disteso, purtroppo non ricordo il nome e internet non mi aiuta molto, e ogni parte era colorato. Ogni parte un suo colore. La voce di Renè alle mie orecchie che risuona: Ho visto una donna che era ferma ad attendere il tram con il suo corpo”. Quando ho visto “L’uccello del cielo” ,il dipinto che vedete a destra, c’è mancato poco che scoppiassi a piangere. Credetemi è quanto di più vicino ho visto finora al mio dipinto preferito, che purtroppo non c’era. Poterlo vedere da vicino, vedere i colori con il loro spessore, vederne le pennellate. Potete immaginare il pittore intento nella sua opera. Nessuna raffigurazione, nessuna riproduzione vi può  restituire questa esperienza. Renè Magritte è un uomo, un mistero, un grandissimo artista. Fondamentalmente un abitudinario: la sua giornata iniziava immancabilmente con la sua passeggiata mattutina, lui e il suo cane. La sua era una casa come tante altre, passava inosservato e dipingeva in una stanza. Ma non era quella che si poteva immaginare teneva pochissime cose, lo stretto necessario per creare e la sua mente.  Dalle sue stesse parole: essere surrealista significa bandire dalla mente ‘il già visto’  e ricercare il non visto. E se volete avere un’idea minima di quello che ho visto beh qui trovate un piccolo assaggio con commento e presentazione. Chissà che prima o poi nella vita non riesca a fare la scappata a Bruxelles per vederlo nella sua terra. Tutto è possibile…

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

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