Il giorno in più.

Sveglia, caffè, tram, ufficio, palestra, pizza-cine-letto. Giornate sempre uguali, scandite da appuntamenti che, alla fine, si assomigliano tutti, persi nel cielo grigio di una metropoli che non sa più sorridere. È la vita di Giacomo, uno che non si è mai fatto troppe domande, che è andato incontro agli avvenimenti rimanendo sempre in superficie. Un giorno, però, Giacomo incontra sul tram una sconosciuta, e se la ritrova davanti il giorno dopo, e quello dopo ancora. Per mesi. E così, quelle tre fermate lungo il tragitto per andare in ufficio diventano un appuntamento importante della giornata. O meglio, diventano "l’appuntamento". Ma la sconosciuta ha un destino che la porterà lontano, in un’altra città. E Giacomo? Lui per la prima volta nella vita decide di non rimanere in superficie, di prendersi anche il rischio di diventare ridicolo, e parte all’inseguimento di un sogno. È l’inizio di un gioco, incredibile e coinvolgente, che improvvisamente sarà interrotto, e che porterà i due fino a un punto di non ritorno, per scoprire se vale la pena, nella vita, di giocare fino in fondo. (trama presa da ibs) Non ho capito. Non ho capito se questo libro non mi è piaciuto perchè è brutto o banale o che oppure perchè non sono nel periodo giusto per apprezzare una storia come questa. Mi è sembrato tutto così forzato e così tirato. Fino alla fantasia della tipa nel tram ci poteva pure stare. E’ capitato anche a me osservare uomini che percorrevano un tratto di strada con me tutti i giorni sul bus e chiedermi chi è, cosa fa nella vita, che lavoro etc etc… Ma poi il resto mi è sembrato tutto irreale. Una favola per chi davvero vuole credere. Mi chiedo però se invece non fosse il periodo che sto vivendo a farmi vedere quella storia così, forse una me diversa avrebbe apprezzato il libro e la storia, chissà. Perchè alla fine poi il libro si lascia leggere bene, scorre via bene. Però non so c’è qualcosa che non mi ha convinto. <br />P.S. Questo post verrà scritto e pubblicato su doppia piattaforma ossia Splinder e Blogspot. Sto cercando di decidere cosa fare per continuare quello che ho sempre fatto da quattro anni a questa parte: scrivere.

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