I wander lonely as a cloud


Si ringrazia ~plastic-cat per l’immagine

Pongo una domanda, la sto ponendo in giro, la pongo anche qui. Sai dare un contenuto alla parola, deformante, “Solitudine?”. Lo so che, come quesito, subito mette il prurito dell’ipocondria, ma ascolta: dove ci sono una domanda e una risposta, c’è già dialogo, e dove c’è dialogo già non c’è più solitudine, ma c’è parola. Lo chiedo, per curiosità mia. Per conoscenza. Però dai, rispondi. Dammi un tuo contenuto. Un riempimento. Cos’è “solitudine” per te, in te?

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Ho trovato questa domanda nei commenti. Chi mi segue sin dall’inizio sa che ho sempre parlato di questo argomento ma voglio prendere comunque la palla al balzo perchè trovo che sia interessante. Metterò nella casa quello che ho scritto nel tragitto di ritorno verso casa. Mi piacerebbe che anche voi mi diceste cosa pensate che sia la solitudine. Si parte:
” Solitudine è avere l’inverno nel cuore. Niente e nessuno riuscirà a sciogliere i ghiacci che ti porti dentro. Solitudine è uno stato mentale che poi si traduce, inevitabilmente, in uno stato reale. Non è detto. Si può essere soli in una motitudine di gente e trovarsi nell’angolo più sperduto del mondo…”and there’s no around” e avere con sé la pienezza e l’energia del cosmo. Solitudine è avere un dono che non puoi spartire con nessuno, solitudine è avere molto da donare e non trovare la persona giusta con cui farlo. Solitudine è l’incomprensione, solitudine è il freddo silenzio che atrofizza la compassione tra due amanti. Solitudine è anche uno stato necessario: per ricaricarsi, per ascoltare l’unica voce a cui vale davvero la pena di prestare attenzione: la nostra. Solitudine ha mille e più volti. Come accade per ogni essere umano…

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

5 Risposte a “I wander lonely as a cloud”

  1. più che cos’è per me, che cos’è in me: La solitudine è una cara compagna, forse perchè ho il privilegio (non la fortuna) di non essere oggettivamente mai solo. E’ una solitudine che non nasce dall’abbandono ma dal mio innato istinto a ritrarmi dal mondo. Mi è cara da sempre, è il mio rifugio, la casetta sull’albero dove da sempre vivo, arroccata tra i rami più alti del mio cervello. E’ la sorgente della mia malinconia senza la quale non saprei riconoscermi.

  2. E’ una sensazione che più si rafforza col tempo più diventa difficile liberarsene/farne a meno. Indebolisce in alcuni casi, ma è anche d’aiuto in altri. Ha due facce, come ogni cosa: in un momento la desideriamo con tutto il cuore, in un altro la malediamo e ci malediamo.

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