Two years

Ad essere onesti questo potrebbe definirsi un doppio anniversario. Sono passati due anni dalla mia operazione alla colecisti ma sono anche passati due anni dalla fine di Fringe.
Due anni fa, proprio il 18 gennaio, terminava una delle più grandi avventure telefilmiche che io abbia mai vissuto.
Nonostante il finale completamente privo di senso. Perché è un finale privo di senso, cambiato in corsa per soddisfare la parte malata del fandom. Quella stessa parte che ha decretato pure la scomparsa del pover Henry Bishop, reo solo di essere figlio dell’Olivia Dunham sbagliata.
Nonostante le secchiate di letame puro su Peter Bishop, personaggio che non è mai stato capito per intero, buono solo per fare da appendino a Santa Olivia da Jacksonville.
Peccato che la sua storia è rimasta non raccontata. E dobbiamo ringraziare sempre le persone di cui parlavo prima.
E ne avrei ancora da dire, e non posso fare altro che quotare il post della mia socia Silvia, arrabbiata ancora più di me, se possibile.
Però sapete che vi dico? Fuck this.
Tutte le sensazioni che mi ha regalato, tutte le cose che ho imparato tramite questo telefilm, tutte le lacrime e la gioia che ho avuto, il senso di comunità – è durato poco ok ma è stato bello – tutte queste cose non me le leva nessuno.
Nemmeno un finale di merda, creato perché un autore privo di attributi non è riuscito a dire: “Questa è la mia storia, la scrivo io e voi non avete diritto di mettervi bocca.”, potrà togliermi la meraviglia che ho visto e vissuto.
Le chiacchiere stanno a zero.
Sono passati due anni ma…
No, niente. Stop.

P.S. L’immagine è mia, se la prelevate mettete i crediti.

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