Doctor Sleep

Lo stesso Stephen King ha raccontato che durante una delle sue innumerevoli conferenze e presentazioni di libri, c’è stato qualcuno che gli ha chiesto: “Che fine ha fatto il piccolo Danny Torrance?” Tanto per chiarire le idee: Danny è il figlio di Jack Torrance, l’uomo che è impazzito mentre lavorava all’Overlook Hotel nel celeberrimo libro – e anche film – Shining. Quando si è sentito fare quella domanda King ha capito che non poteva più rimandare. Doveva assolutamente raccontare la storia di Daniel Torrance e quel che ne è stato di lui dopo i tragici fatti dell’Overlook. Ci ritroviamo trent’anni dopo il fatto, Dan è un uomo che deve fare i conti con i suoi fantasmi costituiti dalla depressione e dell’alcoolismo, e con quello che è rimasto del suo “shining” ossia della sua capacità di leggere la mente e di prevedere fatti. Dopo un diverso periodo di tempo capita in una piccola cittadina nel New Hampshire dove fa amicizia con alcuni locali che sembrano capire il suo problema con l’alcool e riescono ad aiutarlo a risolverlo. Decide di stabilirsi e trova un lavoro in una casa di riposo dove ben presto, grazie al suo dono che gli permette di aiutare i pazienti nel momento del trapasso, viene soprannominato “Dottor Sonno”. Poi Dan incontra l’evanescente Abra Stone, il cui incredibile dono, lo shining più abbagliante di tutti i tempi, riporta in vita i demoni di Dan e lo spinge a ingaggiare una poderosa battaglia per salvare l’esistenza e l’anima della ragazzina. Sulle superstrade d’America, infatti, i membri del Vero Nodo viaggiano in cerca di cibo. Hanno un aspetto inoffensivo: non più giovani, indossano abiti dimessi e sono perennemente in viaggio sui loro camper scassati. Ma come intuisce Dan Torrance, e come imparerà presto a sue spese la piccola Abra, si tratta in realtà di esseri quasi immortali che si nutrono proprio del calore dello shining. (trama in parte mia e in parte tratta da Mr.Ink)
Premetto che ho letto il libro senza aver letto il precedente Shining e solo avendo visto il film. Film che a King, e a me anche, non è piaciuto. Però ecco so più o meno cosa è successo all’Overlook Hotel quindi per me non è stato difficile immaginare da quali fantasmi fosse inseguito Danny. La cosa interessante per me è tutto l’accenno all’Anonima Alcoolisti, accenno che King ha fatto credo per esperienza personale. Immagino che abbia avuto anche degli accordi per capire cosa potesse o non potesse scrivere dei vari passi, e questo rende ancora più realistica la narrazione. Forse l’unica cosa che potrei criticargli è la scelta di un escamotage per individuare perchè Abra Stone ha questo grande shining, un sistema che non vi anticipo perchè vi rovinerei il piacere della lettura. L’ho trovato piuttosto banale. A parte questo: è una storia solida, che fa passare diversi brividi dietro la schiena più di una volta. I personaggi sono ben delineati, sbucano dalla pagina stampata. Bellissimo il rapporto tra Dan e Abra. Due anime “diverse” che finalmente riescono a trovare un simile, un punto in comune. E il finale è perfettamente chiuso per quanto mi riguarda. Insomma se vi piace questo autore sicuramente non rimarrete delusi, anzi.

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