Castle


“Ci sono due categorie di persone che trascorrono il loro tempo seduti a pianificare omicidi: psicopatici e scrittori di gialli. La mia categoria è quella che paga meglio…” (liberamente tradotta dal discorso iniziale della seconda serie)
Richard Castle, un famoso ed acclamato scrittore di libri gialli, viene inizialmente contattato dal New York City Police Department per aiutare la detective Kate Beckett a risolvere dei casi di omicidi seriali che sembrano copiati da quelli narrati nei suoi libri. In seguito all’esito positivo di questa esperienza, Castle riesce ad ottenere – grazie ai suoi legami di amicizia in alto loco – il permesso di poter affiancare Beckett in pianta stabile come consulente della polizia, e di seguire i suoi casi, rendendosi spesso decisivo per la soluzione. Allo stesso tempo, decide di creare la nuova protagonista dei suoi romanzi, Nikki Heat, prendendo a modello proprio la detective Beckett. Motivi per vederlo? Molteplici. Nel telefilm nulla è come sembra. Il detective Kate Beckett sembra una donna rigida, poco incline allo scherzo, seria e determinata nel suo lavoro. In realtà pian piano si scopre che il dolore per la perdita di sua madre, una morte dai contorni nebulosi, sarà il motivo del suo cambiamento di vita, il motivo per cui è diventata un membro della polizia. E’ una donna complessa, sensibile, romantica a modo suo. Deve interagire con Castle che a prima vista sembra un bambinone viziato. E più lo conosce e più capisce che in realtà è un padre geloso e amorevole, un uomo con una certa sensibilità e amore per l’animo umano. Scopre che i suoi romanzi non sono solo il frutto della fantasia dell’uomo ma c’è anche una lunga e laboriosa ricerca dietro. Richard Castle si rivela in pieno con tutti i suoi difetti – e ne ha moltissimi – ma anche con i suoi pregi. Di contorno ci sono i due colleghi Ryan ed Esposito, colleghi di lunga data che sono diventati una specie di fratelli. Nei momenti di difficoltà lei può contare su di loro, costituiscono con il capo e la patologa Lanie una sorta di seconda famiglia.<br/>Il ritmo della serie è serrato e scoppiettante, ci sono un casino di battute da capogiro. I personaggi sono ideati magnificamente e al punto giusto. Consiglio di vederli in originale con i sottotitoli e non quelli doppiati che stanno andando in onda su Rai2 alla domenica. Perchè ho messo Piano Man di Billy Joel? Semplice: chiude uno degli episodi della seconda stagione del telefilm. Ed è comunque un gran bel pezzo…

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

4 Risposte a “Castle”

  1. ho seguito il tuo consiglio di vedere la serie in lingua originale e… grazie… è cambiato tutto! ci sono sfumature e sensazioni del tutto diverse! non semrpe afferro tutte le parole (ne è passato da quando seguivo la bbc per allenare il mio inglese) ma di sicuro ripeterò l’esperienza! grazie ancora, Neviana!

  2. ho scoperto questa serie da poco, e la sto vedendo su rai due! mi appassiona molto, si discosta un po’ dalle solite serie poliziesche in cui sei sempre con l’angosia dietro l’angolo. in Castle trovi sempre un battuta spiritosa messa al punto giusto! e non è facile in una serie del genere! e poi per una aspirante scrittrice come me… è la serie perfetta!!!! grazie a te per esserti occupata di questa cosa!!!!! Neviana

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