Animal nation


"Safari dentro la mia testa, ci son più bestie che nella foresta" Jovanotti. Oh lo so adesso tutti a riversarmi i vostri pregiudizi su questo personaggio mancando totalmente quello di cui voglio parlarvi. Questa è una frase che circola parecchio nella mia mente di questi giorni e che ritrae il continuo e costante andirivieni di paranoie, dubbi e ancora altro. Li chiamo criceti mentali ma anche quella frase rende bene l’idea. Magari per una persona creativa, per un artista, avere tutte queste voci nella testa è sano e buono perchè da questo troverà spunto per le proprie opere, o forse no. A volte queste voci possono portare all’autodistruzione. Penso che trovare uno sfogo sano e creativo per i propri spettri sia la cosa più difficile del mondo. E ci sono persone che non riusciranno mai. Questo mi porta a parlarvi del disco che sto sentendo in questo periodo. Nel terribile anno 2007 ho fatto conoscenza con il lato oscuro dell’ambient, il cosiddetto dark ambient di cui Lustmord è il padre fondatore. Come dice il nome stesso è oscuro, attinge la sua penna nel lato più nero dell’universo. Ed è uscito Other. Il disco perfetto per me ora. Nero, notturno, cattivo. Nessuna voce confortevole, tutto giocato su vibrazioni malevolissime. E’ una voce dall’abisso, dal profondo, è la voce dei Grandi Antichi di Lovecraft. Consigliato solo se siete avete bisogno di liberarvi del vostro lato oscuro. Lo gradirà moltissimo…<br />

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

2 Risposte a “Animal nation”

  1. ah, non fa per me allora 🙂 le uniche due cose che tendo ad assecondare, dei miei “umori”, sono la gioia, con musica allegra ed orecchiabile e soprattutto ballabile, e la malinconia, quella malinconia che diventa o dolcezza languida (senza sfociare nella tristezza però) oppure sensualitĂ  🙂

    Al resto, non permetto di diventare “padrone”, anche se capisco l’esigenza di doversene liberare 🙂 SarĂ  che nel tempo ho imparato a vivere il “qui, adesso” e a non impegolarmi nell’impegnare il futuro con aspettative, o re_interpretare il passato col senno di poi 🙂

    Un abbraccio!

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