Amabili resti

<br/>«Il mio cognome è Salmon, come il pesce. Il mio nome è Susie. Avevo 14 anni quando mi hanno assassinata. Il 6 dicembre 1973.»
In pratica la trama del film è tutta racchiusa in queste poche parole ma non ti preparano all’impatto emotivo del film.
Fondamentalmente si tratta di un film sull’addio e su ciò che rimane dopo che ce ne siamo andati. Susie Salmon si trova in una sorta di terra di mezzo, di luogo che non è il paradiso ma che non è più la terra, composta della pasta di cui sono fatti i sogni della stessa Susie. Lo dice lei stessa nel film: è un mondo perfetto ma con la sensazione che non è davvero così perfetto. E’ anche un film sull’ossessione: l’ossessione di un serial killer che non può fare a meno di uccidere, l’ossessione del padre che non si capacita di aver perso in quel modo una figlia e vuole sapere il perchè e soprattutto chi è stato. Gli amabili resti alla fine non sono altro che la famiglia, i genitori, i due fratelli che lei ha lasciato sulla Terra dopo la sua morte. E quel ragazzo, il moro, che era rimasto incantato dalla sua bellezza. L’amore che non è potuto sbocciare ed essere vissuto come sarebbe stato giusto. E’ un film straordinariamente lieve e poetico nonostante l’argomento di cui tratta e ci sono scene che ti mozzano il fiato per la loro bellezza. Consigliato ma si avvertono gli ipersensibili che può fare molto male.

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

2 Risposte a “Amabili resti”

  1. Linda io l’ho visto e… poi sono scoppiata a piangere. Perchè è proprio un film sull’addio. E chi ha perso delle persone care sa bene quanto può essere doloroso.

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