A woman’s day…

<br/>Sono stata in dubbio se parlare di questa festa o no. Poi ho pensato potrei farlo alla mia maniera, raccontando ricordi e così ho deciso. Ritorniamo indietro nel tempo a quando ero dodicenne e mi era comparso il ciclo mestruale da poco tempo. L’otto marzo del 1985 non me lo scorderò mai. Al rientro da scuola mi aspettava un’immenso mazzo di fiori sopra la mia scrivania. E un biglietto con scritto: “auguri alla mia piccola donna dal suo papà.” E’ un ricordo che mi porto dentro nel cuore da allora e penso che rimarrà dentro finchè campo. Ho pudore di parlare di questa festa perchè conosco bene il significato che c’è dietro e vedo anche come è stata svilita. Sono anche conscia del fatto che nel 2010 ci sono donne che circolano sulla Terra senza essere rispettate in quanto esseri umani. Donne vittime di abusi sessuali, di violenza psicologica, donne considerate feccia perchè c’è una religione che afferma che deve essere sottomessa. E per quanti passi avanti sono stati fatti ancora oggi c’è molto da lavorare per ottenere un’effettiva parità. Noi donne non abbiamo bisogno di una giornata per ricordare a noi stesse e al mondo che esistiamo e abbiamo gli stessi diritti e che dobbiamo essere rispettate al pari degli uomini. Dovrebbe essere così tutti i giorni dell’anno. Purtroppo però quello che dovrebbe essere e quello che realmente è nel mondo non va mai di pari passo.