A Grapefruit in the World of Park


Si ringrazia Cristian Landero per la splendida immagine.

 

Se vi farete un giro per i blog vi capitera di trovare dei post fatti da un immagine sola con scritto blog in sciopero. Scioperano contro una nuova legge, un’ennesimo tentativo di bloccare le persone che, come me, si esprimono in piena libertà cianciando degli affari propri. Però poi ho pensato: questi ci vogliono zittire. La protesta migliore da fare sarebbe urlare e continuare a scrivere e a scrivere e a scrivere. Non mi intendo di leggi e non mi intendo di questioni politiche. Ma c’è una cosa che so far bene, o almeno così sembra a leggere i commenti che mi lasciate: parlare di musica. E quindi sarà questo che io farò oggi. Vi parlerò della mia ultima scoperta in fatto di musica.
«Bass Communion è un progetto di Steven Wilson dedicato alla musica ambient. Musica strumentale, onirica ed avvolgente, dalle atmosfere ora tetre ed oscure, ora dolci e rilassanti. Lunghe composizioni ipnotiche basate su dilatazioni estenuanti e droni elettronici, una specie di esperimento che Steven utilizza per studiare soluzioni sonore che spesso poi vengono riutilizzate nelle canzoni delle sue band principali (Porcupine Tree, no-man…). Nonostante questo Bass Communion non può essere ridotto a semplice esperimento, data l’alta qualità della musica proposta.
DISCOGRAFIA:
I (1998)
II (1999)
III (2001)
Ghosts on Magnetic Tape (2004)
Indicates Void (2005)
Loss (2006)
Pacific Codex (2008)» Si ringrazia Eclipze del Fragile Dream Forum per le informazioni.
Ho messo le mani solo sul secondo disco e ho cominciato a volare. Ancora una volta per descrivere la musica e l’operato di Wilson uso la definizione “acquarello sonoro”. Lo uso anche se talvolta affiora qualche rumore proveniente dal quotidiano.  Rumore trasformato in melodia o parte portante della melodia. Niente di innovativo, sicuramente, ma di una espressività, di una dolcezza, di una vibrazione tale capace di far riaffiorare il lato più profondo e nascosto di chi lo ascolta. L’ambiente circostante si dissolve, i fantasmi che vi hanno ossessionato cedono il passo ad una pace stanca ma piena di promesse.  E il rumore assordante dei pensieri assillanti, delle sentenze inappellabili, del cicaleccio querulo, dell’inutile corsa contro il tempo, lasciano lo spazio all’essenza più pura e  soave. Un volo, appunto, verso lidi dove il silenzio regna sovrano e si leva maestosamente a mostrarvi una volta per tutte chi siete veramente.
Ssh listen…

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

4 Risposte a “A Grapefruit in the World of Park”

  1. Si bisogna farsi sentire!!!!!!
    Comunque mi hai incuriosito, anche se non so se mi piacerà; le cose troppo dilatate mi fanno un pò addormentare, nel senso se sono troppo ripetitive…….
    ciao e buona giornata!!

  2. non vogiono zittire noi cazzeggiatori krishel, vogliono zittire chi ha cose più scomode da dire, andando a colpire anche chi non ha nulla di più da racocntare della propria vita.

  3. A volte un silenzio può dire molto più di mille parole. Hai tutto il resto dell’anno per parlare e condividere quello che ti piace, secondo me oggi è una giornata significativa. 🙂

    Giu

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