Tra le varie considerazioni che faccio su me stessa ce n’è una in particolare su cui sto riflettendo da ieri sera. E’ la mia presunzione di ritenermi in grado di poter essere d’aiuto ai miei amici quando, di fatto, non riesco nemmeno ad aiutare me stessa. E non riesco a capire il perchè sono sempre pronta ad ascoltare, a cercare di dare conforto a chi mi sta vicino. Mi chiedo quale mio recondito bisogno sta cercando di colmare con questo. Forse è tutto derivato dal fatto che quando ho sofferto veramente mi sono sempre sentita sola, senza nessuno disposto ad ascoltarmi veramente, sempre circondata da gente con la tendenza a minimizzare la mia sofferenza, il mio disagio interiore. Inoltre per molto tempo ho pensato anche di essere l’unica a soffrire quando poi mi sono resa conto che non era così. Probabilmente è questo che mi spinge ad aiutare i miei amici, quando posso. Evidentemente non sopporto l’idea che possano sentirsi soli come lo sono stata io. Però lo faccio in piccolo, solo per una ristretta cerchia di persone con cui mi ritengo legata a doppio filo. Fossi davvero buona e altruista ascolterei chiunque, non importa se mi trovassi davanti a degli estranei o degli amici. Molto probabilmente avrei fatto davvero psicologia e starei in uno di quei centri d’ascolto tipo telefono amico. E invece no. Non è così. Ci sono delle volte che non mi capisco davvero…