Maledire l’inventore dei sensi di colpa. Soprattutto sensi di colpa per cose di cui è assurdo averli. Davide e io ieri sera ci siamo confrontati con mesta serenità. Sono venute a galla molte delle nostre piccole/grandi fragilità e subito mi sono sentita in colpa perchè non sono in grado di aiutarlo, visto che anche io ho le mie con cui fare i conti. Il tutto è partito dal fatto che mi rendo conto di non star bene nè nel fisico, nè nella mente. Sono costantemente stanca e non so perchè. Potrei davvero rivoltarmi come un calzino da capo a piedi, davvero capire se c’è una gemma nascosta dentro di me e portarla alla luce, rendere la mia vita meglio di quella farsa immonda che è adesso, più degna di essere vissuta. Ma non lo faccio come se avessi un blocco, un muro che me lo impedisce. La nostra domanda cardine è stata: ma la gente ci crede davvero a quello che fa? Crede davvero di aver trovato un senso per la loro esistenza? Oppure sono talmente tanto bravi a fingere, ad autoconvincersi che esiste che, alla fine, è come se ci fosse, come se l’avessero trovato per davvero? Dove diavolo lo trovo uno straccio di risposta? Ecco in questi casi io mi sento molto ma molto piccola. Se alla fin fine forse non me ne frega poi molto di aiutare me stessa, ho sempre quel malsano desiderio di fondo mi mandare tutto in malora (tanto non ne vale la pena di sprecare energie per me, sono un caso perso) mi metto a urlare, sono disperata quando vorrei aiutare chi mi sta vicino, soprattutto se si tratta della mia anima gemella, e non so da dove partire. Vi trovate mai in situazioni di questo tipo? Cosa fate quando vi ci trovate? Domande impossibili da rispondere? Spero di no…<br />