Passiamo a cose positive: sto leggendo Una città o l’altra di Billy Bryson un racconto appassionato dei suoi viaggi in Europa e mi ha colpito un pezzo del libro che mi ha ricordato cosa ho pensato una mattina tanto tempo fa:

“La mattina seguente mi svegliai di buon ora e andai a fare una bella passeggiata lungo le strade ancora addormentate. Adoro guardare le città che si svegliano..”  anch’io. E subito dopo le feste questo momento è ancora più magico. Adoro l’atmosfera disilenzo che c’è la mattina di Capodanno quando ti aggiri per le strade ancora deserte perchè la maggior parte della gente è a casa a smaltire le bisbocce della sera prima con un sonno ristoratore. O la mattina di S. Stefano quando Natale è passato portandosi dietro tutte le carte strappate in fretta e furia per vedere cosa c’è nel pacchetto misterioso sotto l’albero.(tra parentesi io non ho mai avuto l’effetto sorpresa. Ho sempre capito attraverso il tatto cosa c’era dentro il pacchetto. E lo capivo anche con qualcos’altro, qualcosa di indefinibile diverso dal tatto…) E un’altra frase del libro di Bryson mi ha colpito:

“….per tutta la giornata vagai traballando sotto il peso dello zaino per le antiche strade di Lussemburgo, in preda a una specie di vivo stupore – un misto stravagante di eccitazione e spossatezza e diintensi stimoli visivi. Ogni cosa aveva un aspetto vivo e nettamente chiaro e nuovo. Era come se mi stessi avventurando per la prima volta fuori di casa. Era tutto talmente diverso: la lingua, la valuta, le automobili, le targhe delle macchine, ilpane, il cibo, i giornali, i parchi, la gente. Non avevo mai visto striscie pedonali prima di allora, mai visto un tram, mai visto una pagnotta di pane intera(mai neanche immaginato che potesse esistere), mai visto tipi con berretto – e la pretesa di essere presi sul serio – mai visto gente che faceva acquisti in negozi diversi o che si portava la borsa della spesa a casa, mai visto fagiani con le piume nè conigli spellati appesi nella vetrina di un macellaio nè la testa di unmaiale che ride su un vassoio, mai visto un pacchetto di Gitanes o l’omino Michelin…(cut)”     So cosa vuol dire: è come lo stupore dei bambini vedere le cose come se tu le vedessi davvero per la prima volta. Li invidio. Hanno un modo di vedere le cose unico e molto profondo che i cosiddetti adulti si sono dimenticati, presi come sono ad impersonare il loro ruolo di…adulti. Autoconvincendosi che è così che devono andare le cose, è così che ci si deve comportare. Ma chi l’ha detto che uno quando cresce fisicamente cresce anche mentalmente e non deve più giocare?

Fine delle trasmissioni.

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

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