Il giorno con la sua luce mi offende, colpisce il mio animo delicato con il costante rumore della vita quotidiana, della gente che urla e che rincorre affannosamente il proprio ruolo, le attività che aprono e che chiudono e i normali litigi delle persone che si scannano per inezie (per un posto sull’autobus, per una coda non rispettata, per quel qualcuno che pensa di essere sempre più furbo di te) e invece la sera e la notte, con il suo linguaggio nascosto e arcano, il suo linguaggio onirico che coccola il mio profondo essere lunare. Finalmente la notte con la sua pace, il passo felpato come quello di un gatto e la sua profonda poesia. Stasera guardando in alto pensavo che la Luna fosse già piena mentre manca ancora pochissimo per esserlo. Una volta un mio corrispondente mi ha chiesto se ogni volta che c’è la Luna piena faccio una danza sul balcone in suo onore. No ma semplicemente perchè non ho il balcone e, purtroppo, da dove sto io la Luna si vede pochissimo…  

Ok è finita la mia ora d’aria, ritorno nella celletta del mio personale manicomio…