Sabato sera ho visto un’altro pezzo del mio archivio Miyazaki: Kiki consegne a domicilio. La storia è quella di una piccola streghetta che, compiuti tredici anni, va a vivere da sola in un altra città per iniziare il suo apprendistato da strega come vuole la tradizione della sua famiglia. C’è una bellissima riflessione di uno dei personaggi del lungometraggio sui vari talenti dell’uomo.  Accade quando Kiki, abituata da sempre a volare, perde questa sua caratteristica. Incontra sul suo cammino una pittrice che le rivela che ci sono momenti in cui anche lei entra in crisi. Non se la prende più di tanto, fa una passeggiata e prima o poi le ritorna il fuoco della pittura. Secondo questo personaggio esiste il sangue di strega, il sangue del pittore, il sangue del panettiere… Non vi racconto la fine per non rovinarvi il piacere della visione. E’ un lungometraggio più convenzionale. Mi ha colpito un sacco quel discorso anche perchè è tutta la mia vita che passo a cercare di capire quale sia il mio talento senza ovviamente esserci riuscita. Davide continua a dirmi che il mio talento è quello di scrivere le poesie. Mah… mi piacerebbe trovare qualcosa che mi piace, mi viene bene e che in qualche modo posso farlo diventare un lavoro. Oddio una cosa ci sarebbe, però non so se ne ho il fegato.