Mi sto picchiando con splinder per un maledetto codice html che sembra non funzionare. Va beh continuiamo lo stesso e che la Dea ce la mandi buona. Allora: ho messo, forse, il video qui sopra perchè è uno di video che sono capaci di riconciliarti con il mondo. As usual sono priva di ispirazione, stanca ma c’è un motivo preciso, sono in quella fase in cui odio ancora più del solito essere donna e quindi ho bisogno di energie positive. E quale rimedio migliore di andare a spulciare il sito Buone Notizie? Ho trovato questa che potrebbe essere molto interessante: Un futuro senza dolore cronico sembra più vicino, grazie all’importante scoperta di un gruppo di studio internazionale guidato da Clifford J. Woolf, ricercatore associato presso il Massachusetts General Hospital. E’ infatti emerso che la sensibilità al dolore acuto, così come il rischio di essere vittime del dolore cronico, dipendano da un gene, lo GCH1, che, come ha un ruolo importante nel determinare la suscettibilità al dolore, così, in una sua particolare variante, sembra proteggere dal dolore. Il primo sospetto sul gene della sensibilità al dolore era venuto osservando i geni che si “accendono” in seguito a danni al nervo sciatico. Quello che si sapeva, all’inizio dello studio, era che il gene GCH1 controlla la produzione degli enzimi necessari a produrre una molecola fondamentale nel processo di produzione di alcuni neurotrasmettitori, la BH4, il cui livello sarebbe in grado di influenzare la sensibilità al dolore. Inoltre, un particolare gruppo di variazioni del gene che sintetizza la molecola stessa sarebbe in grado di ridurre la soglia di sofferenza dell’individuo portatore. Quindi i ricercatori sono andati a caccia delle varianti del gene GCH1 nell’uomo e hanno scoperto che una particolare variante del gene protegge sia dalla sensibilità al dolore cronico post-chirurgico, sia dal dolore acuto. “Si tratta – spiega Woolf – della prima prova di un contributo di tipo genetico allo sviluppo della neuropatia cronica nell’uomo. La sequenza protettiva, che è presente nel 20-25% della popolazione, è identificativa sia di una minore sensibilità al dolore sia di un rischio limitato di incorrere nella neuropatia cronica. L’identificazione di chi è a maggior rischio di sviluppare dolori cronici in seguito a procedure mediche, traumi o malattie può condurre a nuove strategie preventive e a potenziali cure”.<br/>P.S. Non so cosa succede oggi ma sto diventando una maga a disinnescare i problemi. Su internet perchè nella vita invece non è così. Però qualche piccolo chiarimento ogni tanto mi farebbe comodo. Così tanto per cambiare…

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

4 Risposte a “”

  1. Ciao, grazie per il commento sul blog!
    Indubbiamente non saranno i Genesis del tempo che fu.. ma per un ragazzo di 21 anni vedere comunque insieme una “buona fetta” di genesis, anche senza Peter, è qualcosa di irripetibile. Un pò come quando mio padre mi diceva dei concerti dei Beatles, o di Simon & Garfunkel.. Diciamo che fa un pò rosicare 😀

    Parlando d’altro, ma ti intendi di medicina?
    Ciao..
    Andrea

  2. Ciao tata.
    Come stai? Hai potuto passare una buona Calenda?
    Che hai fatto di bello?
    Io ho celebrato in maniera davvero speciale. *.*

    Ma perchè leggo che odi essere donna? Com’è possibile che tu odi essere divina, come ogni altro essere, creatura vivente?
    Ho decisamente bisogno di parlarti! ^____^

    Ti abbraccio forteforte

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