Una donna, un trauma.




Si ringrazia Hoschie per la splendida immagine

L'immagine li è apposta per coccolarmi. Se volete, se ne avete bisogno, usatela anche voi come coccola.
Stamattina mi sono svegliata e prima cosa: non riuscivo ad aprire l'occhio sinistro. Ho cercato di aprirlo delicatamente e, quando mi sono vista allo specchio, c'è mancato poco che urlassi dallo spavento. Era rosso. Completamente rosso. Dopo il panico iniziale ho chiamato al cellulare il mio medico di famiglia che mi ha consigliato di andare al pronto soccorso. L'unico pronto soccorso oculistico a Genova è all'ospedale S. Martino. Praticamente dall'altro capo della città rispetto a dove sto io. Per cui avviso mio fratello, sempre della serie sono una cogliona che non riesce nemmeno occuparsi di se stessa prima di avvisare tutti, che potrei fare tardi oggi spiegando il perchè e mi avvio. E nel tragitto mi vengono addosso tutti i pensieri più foschi, mi viene in mente quando al mio posto, con le debite differenze, c'era mia madre… Oltretutto per gli occhi ho una specie di trauma derivato da quando all'età di 4/5 anni mi hanno dovuto curare per uno strabismo. Per questo non porto le lenti a contatto, non riuscirei a metterle, per questo vado pochissimo dall'oculista e quando uno prova soltando ad avvicinare un dito all'occhio io ho una reazione esagerata. Quindi sommate una persona che per quasi ogni ospedale di Genova, ha un ricordo personale a una che ha avuto il trauma infantile degli occhi e cosa esce fuori? Una donna, un trauma come recita il titolo del post. Per chi sta leggendo e frigge di sapere come sto: niente di grave è solo un capillare spezzato. A detta del medico si risolverà in una quindicina di giorni e dentro di me lo sospettavo, spavento a parte. E qui iniziano i miei anticorpi, quelli che mi sono costruita in anni e anni di lotta contro l'impossibile: invece di andare direttamente a casa, mi sono fermata a mangiare un panino in Via XX settembre e mi sono fatta mezzo giro. Musica e il mio sport preferito: osservare la gente da distante. Madre Natura probabilmente sapeva che avevo bisogno di conforto e mi ha rimandato alcune tra le cose che amo vedere nella gente: un bimbo placidamente addormentato nella carrozzina, un cagnino che faceva i salti mortali pur di ottenere un pezzo del panino dei padroni, un uomo sorridere perso nei suoi pensieri. E sull'autobus un dolce cagnone steso ma con la schiena arrembata ai piedi della sua padrona.<br />

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

3 Risposte a “Una donna, un trauma.”

  1. Mi sa che anche tu hai un po' la tendenza ad ingigantire le cose negative, come me; quando poi alla fine le cose non sono così nere… Ma alla fine non era niente di così grave, no?
    Curioso che anch'io abbia l'hobby di osservare l'umanità che si ha intorno :p su alcune cose ci somigliamo davvero… Che mi dici degli Arcade Fire?

    ps: prendo a prestito l'immagine, forse sarà una caduta di "mascolinità" ma davvero ho bisogno di coccole in questo periodo… o di forza interiore…

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