Umanità varia

Il 4 Giugno 1968 all’Holtel Ambassador, fervono i preparativi per l’arrivo del Senatore Robert Kennedy che avrebbe pronunciato un discorso dopo l’esito delle primarie per la presidenza degli Stati Uniti. I dipendenti latino americani si sentono maltrattati dal responsabile delle cucine, cinico e razzista, che li obbliga a fare un doppio turno, una giovane cameriera sogna un giorno di entrare ad Hollywood mentre una famosa cantante sulla via del declino riesce solo a farsi del male. La moglie del direttore, parrucchiera nell’albergo, distribuisce consigli sul matrimonio mentre suo marito la tradisce con una centralinista. Una giovane donna sta per sposare un suo compagno di scuola per evitargli il Vietnam mentre una coppia sposata da tempo, lui è più vecchio di dieci anni, spera in una seconda luna di miele. Un vecchio dipendente dell’hotel in pensione non riesce ad abbandonare il luogo dove è stato per anni, mentre dei giovani volontari della campagna per Kennedy provano gli effetti delle droghe. Queste ed altre sono le storie che si intrecciano all’Hotel Ambassador in quel giorno così importante, e alla fine così tragico. Ne esce fuori il ritratto di varia umanità che crede possibile l’avverarsi di un sogno. Bob Kennedy venne raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco, insieme ad altre cinque persone, poco dopo la mezzanotte nelle cucine dell’Ambassador Hotel, pochi momenti dopo aver pronunciato il suo discorso per festeggiare la vittoria delle primarie, crollando tra le braccia di un inserviente messicano. Colpito alla testa da distanza ravvicinata, Bob Kennedy morì il giorno successivo a soli 42 anni. E con lui muore anche il sogno di tutte le persone che avevano visto in lui la possiblità di cambiare, di creare un mondo nuovo. Non è un semplice film didascalico, non è un film storico tout court, è un film riflessione sull’umanità, sui veri valori, su ciò che davvero può fare la differenza. E si parte dai piccoli gesti, da un regalo fatto da un’appassionato di baseball ad un altro, dall’amore che può fare la differenza in un mondo in cui l’odio prevale su tutto. Sno diversi i punti che mi hanno colpito di questo film. “Cosa potrai offrire al mondo se tutto quello che hai è la tua rabbia?” Fino al discorso di Robert Kennedy messo a commento delle immagini che ci rimandano gli occhi di una generazione smarrita. C’è un passo che voglio condividere con voi e che reputo assolutamente significativo. E il passo che mi ha commosso davvero più di tutto il film: «Quando si insegna un uomo a odiare, ad avere paura del proprio fratello, quando si insegna che un uomo ha meno valore a causa del colore della sua pelle o delle sue idee o della politica che segue, quando si insegna che chi è diverso da te minaccia la tua libertà o il tuo lavoro o la tua casa o la tua famiglia, allora si impara ad affrontare l’altro non come un compatriota ma come un nemico, da trattare non con la collaborazione ma con la conquista. Per soggiogarlo e sottometterlo. Impariamo, in sostanza, a guardare i nostri fratelli come alieni. Uomini alieni con cui dividiamo una città ma non una comunità. Uomini legati a noi da un’abitazione comune ma non da un impegno comune. Impariamo a dividere soltanto una paura comune, soltanto un desiderio comune di ritirarci gli uni dagli altri, soltanto un impulso comune a reagire al disaccordo con la forza.» E’ proprio questo il punto. Finchè sarà l’odio a prevalere il mondo andrà come sta andando ora.<br />
E’ un film talmente umano e poetico che vi consiglio assolutamente di vederlo.

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

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