Nella mia caccia fruttuosa di venerdì ho trovato l’unica raccolta di racconti di Bradbury che mi mancava e l’ho preso al volo. Lo stile è sempre quello solito a cui ci ha abituato quest’autore. C’è una cosa che uno dei personaggi di un racconto dice con cui sono d’accordo. Quando si scrive , si scrive e basta. Non bisogna scervellarsi sui particolari, sui dettagli perchè si rischia di perdere l’ispirazione per strada. Prendi la penna e comincia a scrivere, avrai tutto il tempo dopo per le limature del caso. Nel terzo occhio casualmente ho dato inizio ad una discussione sulla fantascienza sociologica, ispirata com’ero dal film Equilibrium di cui vi ho parlato giorni fa. Uno degli utenti ha segnalato tra i vari film Avalon che, se mi volete bene e se vi fidate del mio giudizio sui film, vi sconsiglio caldamente di vedere. La trama stringendo è questa: in un mondo futuristico, i giovani diventano sempre più assuefatti a un simulatore di battaglie illegale (e potenzialmente mortale) chiamato Avalon. Ash, una delle giocatrici migliori, viene a sapere dell’esistenza di alcuni livelli avanzati del gioco, abbandona il suo stile di gioco solitario e si unisce a un gruppo per raggiungere i livelli segreti. Non so neanche come descrivere la noia che ho provato a vederlo. L’unica cosa interessante del film è una domanda: "in fondo la realtà non è quella che credete di vivere?" Poteva essere interessante far girare tutto il film su questa domanda e invece si sono impuntati sul gioco. Non sono neanche riusciti a delineare bene la differenza tra la Ash del mondo reale, una solitaria sull’orlo della depressione il cui unico affetto è quello di un cane. Insomma se ve lo consigliano evitatelo come la peste.< br />
devo passar con più calma a spulciar le tue letture 🙂
zoe*
ti abbraccio forte
Ne discutevo ier sera, con un amico, Krishel: credo che, se tu sei uno scrittore, l’emozione donata alla persona che legge le tue parole, foss’anche un unico lettore, sia il significato ultimo del tuo scrivere. Poi, ovviamente, ci sono le grattacarta (o tastiera) come me, che scrivono per evitare di pagare uno psicanalista 🙂
In questo caso l’urgenza è terapeutica, essenziale per non impazzire.
A.
E, come ho sentito dire, se siamo veramente ispirati non scriviamo ma “diventiamo scrittura”, le cose arrivano e non bisogna fermarsi a pensare.
Peccato che non tutti possono capire Aglaja
“Quando si scrive, si scrive e basta”.
Vero. E’ un’urgenza che va soddisfatta.
A.