Sto esaurendo le idee per i titoli…

Quest’anno ho detto a mio fratello che sarebbe stato il caso di fare l’albero con le luci. Per portare un po’ di luce in casa mia che ce ne sarebbe bisogno. Dimenticatevi quello che ho detto gli altri anni: averlo li, vederlo con le luci che lampeggiano rendono un po’ più calda la casa. Inoltre ho fatto un bel ritrovamento in questi giorni: ho ritrovato il mio pendolo di ametista. Se fossi un pelo più irrazionale di quello che sono direi che questo ritrovamento è un’esortazione a iniziare sul serio a tracciare la mia strada. Ammesso che ci sia una strada da tracciare. E ora il vero argomento che ho in testa. Sto leggendo un bel libro in cui il protagonista fa il giornalista e in passato è stato giornalista musicale. Nel libro ha detto una cosa che reputo sacrosanta e vera.<br />«(cut) c’è chi mi paga per inventare nuove categorie musicali: Brit-pop, Shoe-gazing, Hard House, UK Garage, Drum and Bass, Jungle, New Wave della New Wave, Nu-Soul, Nu-;Metal, New Acoustic Movement. Non ti sembra ridicolo? In fin dei conti è solo musica. E invece no, non siamo soddisfatti finchè non l’abbiamo etichettata in tutti i modi, così da poterla buttar via quando ci ha stufato.»
Comprendo che le etichette in musica servono per capire, per dare un’infarinatura di come può essere la musica ma troppo spesso le trovo fuorvianti. Quando mi chiedono a proposito di un disco preferisco dire cosa mi ricorda all’orecchio. Mi sembra di spiegarlo meglio di tanti altri riferimenti ai generi. E poi comunque anche il paragone non può prepararti a ciò che ascolterai e a come lo vivrai e a che impatto avrà sulla tua vita. Non ti può rivelare dei cenni sullo stato d’animo, sul significato che quelle opere hanno per l’artista e via dicendo. Per quello sono più propensa ad accettare consigli musicali dai miei amici, che mi conoscono sanno che gusti ho, sanno come reagisco alla musica, di certi recensori che, per forza di cose, devono parlare a un pubblico generale. E sapete raramente mi sono trovata d’accordo con un recensore e spesso ho avuto l’impressione che lui potesse dire di più su un disco che non è stato detto. Forse chiedo troppo. E poi ci sono delle cose riguardo alla musica che proprio non sopporto. Perchè lei, Dea Musica, poverina non ne ha colpa.  Non ha colpa se qualcuno la usa per ritenersi superiore agli altri. Non ha colpa se ci sono persone che ancora non hanno capito che Lei è libera, è un linguaggio che può davvero accomunare le persone più disparate, l’ho visto con questi miei occhi, e che deve essere lasciata libera di circolare senza che nessuno si arroghi il diritto di ergersi a giudice o a garante di qualità o a unico dispensore di verità su di Lei. Dea Musica non merita e non ha bisogno di tutto questo.

Edit delle 5 e 35: ora questo è il mio albero.

2 Risposte a “Sto esaurendo le idee per i titoli…”

  1. Ma che bell'albero! Il nostro, dopo tanti anni, cominciava a perdere i rami, così ora ne abbiamo uno nuovo. Solo che adesso abbiamo un albero a due punte: il vecchio puntale non entrava sul ramo più alto, così l'ho infilato sul ramo vicino e nell'altro ho sistemato una stella, sembra che faccia "ciao" col braccio alzato Sulla musica sono d'accordo con te. Aggiungo solo che le "etichette", purtroppo, la gente ama metterle anche alle persone (specie a quelle come noi). "Roba da roghi", intendo

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