Operazione portatile


Per quattro giorni mio fratello starà fuori casa per motivi lavorativi e ho subito pensato ad una cosa: mi porto il portatile a casa. Gli ho chiesto di farlo come favore personale e lui mi ha detto: se me lo rompi io sono fregato. Come se fosse naturale per me rompere le cose. Allora gli faccio le cose di nascosto. Mi sono rotta i coglioni di chiedere favori e di vedermeli negati. Dovrò portarlo avanti e indietro ogni giorno ma la cosa non mi pesa neanche un po’. Certo preferirei riavere il mio pc personale. Oppure vorrei tanto non aver acquistato il monitor nuovo perchè a quest’ora mi sarei presa un portatile. Adesso te li tirano via. Ho finito Brisingr di Paolini. Bellissimo come ha approfondito il rapporto tra Saphira e Eragon, mi è piaciuto un po’ meno sapere che dovrò aspettare ancora per sapere come andrà a finire. Ho anche letto finalmente Illusioni di Richard Bach. E’ un libro molto particolare. «Richard è un giovane americano che si guadagna da vivere "vendendo" voli sul proprio biplano, unico compagno della sua vita errabonda e solitaria. Un giorno, sul campo dove sta riposando assieme al suo velivolo, atterra un altro biplano, apparentemente nuovo di zecca, alla cui guida c’è un uomo dai capelli corvini. Questi si presenta come Donald Shimoda e si mostra amichevole con il nostro narratore. Richard, dal canto suo, viene da subito incuriosito da certi bizzarri particolari che riguardano il suo nuovo conoscente. Il biplano di quest’ultimo, tanto per dirne qualcuna, sembra scansare moscerini ed uccelli, atterra in uno spazio che basterebbe appena per un elicottero, non ha mai bisogno di manutenzione e nemmeno di… carburante! Di fronte alle domande di Richard, Donald confessa. Egli non è un essere umano qualunque, ma un Messia, inviato sulla Terra suo malgrado per insegnare agli Uomini una sola, grande verità: la realtà non esiste, si tratta di un’enorme illusione, che ciascuno crea secondo il proprio immaginario e desiderio, proprio come sceglie di guardare un film piuttosto che un altro.» Concetti davvero difficili da comprendere nella propria interezza. C’è un passo che mi ha colpito particolarmente: «Non lasciarti sgomentare dagli addii. Un addio è necessario prima che ci si possa ritrovare. E il ritrovarsi dopo momenti o esistenze, è certo per coloro che sono amici.» E’ un passo con cui mi trovo d’accordo ma che, nello stesso tempo, mi ha rattristato. E’ accaduto e accadrà ancora che persone siano uscite dalla mia vita con la stessa facilità con cui sono entrate.  E un po’ ci soffro. So che prima o poi ci incontreremo di nuovo, in un altra vita magari, e le cose andranno diversamente spero. Però, però… mi chiedo come imparare a non soffrire troppo per il distacco.  A non farmi prendere dai rimpianti e dai " avrei potuto, avrei dovuto…" inutili nei rapporti interpersonali. Perchè in quel caso è sempre buona la prima. Raramente la vita ti da la possibilità di ritrornare sui tuoi passi e rimediare a quello che hai fatto…

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

6 Risposte a “Operazione portatile”

  1. Sì che è fatica alle volte. Ci sono continui ritorni e continui lutti da elaborare, e quando ci hai creduto con tutte le tue forze è difficile starci dentro. Ma credo che valga sempre la pena.. vivere non a metà..

  2. Eclissi il problema è che non mi credo affatto più forte. So di essere fragile. E ogni giorno che passa lo divento sempre di più. Alla fine so che qualcosa si spezzerà infine. Se non si è già spezzato…

  3. Anche se crediamo di essere diventate più forti a forza di fregature, in realtà non è così…

    Non è possibile imporsi veramete di non soffrire, soprattutto per chi, sotto una corazza d’acciaio, ben costruita e ben salda, ha un cuore eternamente fragile..

    Ti abbraccio…

  4. Non credo sia possibile “non soffrire” quando c’è un addio; se si è vissuto a pieno un rapporto interpersonale, di qualunque natura esso sia, quando si arriva al momento fatidico si starà male.

    Rimane almeno la consolazione dei momenti migliori… per quel che vale…

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