The octopus


Ho passato giorni ad ascoltare questo disco e a tentare di scrivere qualcosa di sensato per far capire di cosa si tratta. Ho fallito miseramente. Allora facciamo le cose per bene. Prima di tutto il gruppo. Questa che vedete è la copertina dell’ultimo disco degli Amplifier, The Octopus, uscito il 31 gennaio 2011.  Per chi non li conoscesse gli Amplifier sono una band di Manchester composta da Sel Balamir, chitarrista e cantante; Neil Mahony, bassista e Matt Brobin, batterista. In giro vedrete un sacco di definizioni per questa band: alt rock, space rock, alcuni addirittura prog. Un consiglio spassionato: scordatevi le definizioni non vi portano da nessuna parte, soprattutto con loro. Al loro attivo gli Amplifier hanno tre dischi e due Ep. Tre dischi compreso questo. Un mostro composto da due cd belli pieni zeppi di suoni e parole. E per suoni intendo non solo quelli canonici della chitarra, basso, batteria ma anche rumori di passi, orologi a cucù, carillion. Evidente sin dall’inizio che gli autori vogliono raccontare una storia e cercano di farlo nel migliore dei modi anche se a volte si rischia di eccedere. L’idea sottesa a questo disco sarebbe questa: qualcosa ti sta controllando. Qualcosa che ti è talmente vicino, talmente a pelle che nemmeno te ne accorgi. Quello che stupisce subito al primo ascolto è la sua compattezza. Trattandosi di un doppio disco composto da 16 brani non è cosa da poco. Al di là dei vari suoni di cui è composto non c’è un’episodio meno che felice. Anche Minion’s song che ha richiesto un ascolto più attento e accurato da parte della sottoscritta, è stato il brano che mi è piaciuto di meno al primo ascolto e che ho rivalutato con il tempo essendo quello che apre le danze, il prologo di The Octopus. E’ un disco fatto per persone che sono abituate a sedersi, inforcare le cuffie e dedicare tutto il tempo necessario per eviscerare nel profondo quello che stanno ascoltando. C’è un’infinità di piccoli dettagli, introdotti sottilmente qua e la nelle canzoni, dettagli che facilmente possono essere perduti.  Si può rimanere colpiti dalla grandiosità, dai riff micidiali di The emperor, il suono introduttivo di The wave, singolo apripista del disco, è il suono di una campana tibetana quasi a richiedere agli ascoltatori un salto di coscienza, un cambiamento totale del proprio stato percettivo per meglio comprendere cosa si sta ascoltando. E sicuramente si rimane sedotti dall’incedere sinuoso di The Octopus che contiene al suo interno una componente melodica tale da farmi innamorare all’istante e da indurmi all’ossessione.  Devi ascoltarlo. Ancora e ancora… Golden Ratio si apre con un’invocazione da muezzin del ventesimo secolo, altro brano dall’andamento sinuoso, orientaleggiante cattura istantaneamente la tua attenzione e ti induce a volerne sapere di più, andare avanti con le tracce del disco. Immagino che l’industria di Hollywood non gradirebbe molto essere mandata a quel paese come tranquillamente ci canta Sel in Oscar Night/Embryo. E’ affascinante come il testo è una dura invettiva contro il mondo dello spettacolo e, in antitesi, la musica è dolce e suadente. Direi che il connubio è perfetto. Potrei starvi a parlare per ore di questo disco e comunque non riuscire ad arrivare al punto. Quindi mi fermo qui e dico: procuratevi The Octopus. Chiudete tutto quanto e dedicategli il tempo giusto. E’ un disco che saprà ripagare ampiamente le attenzioni che gli dedicherete.
Ma soprattutto supportate gli Amplifier. Questi ragazzi se lo meritano alla grande.
Sito ufficiale: http://www.amplifiertheband.com/news.php/
Sito dedicato a The octopus: http://www.theoctopus.info/

Edit del 8/2 Se volete leggere qualcuno che è stato più capace di me a raccontare questo disco andate qui:
Il cibicida: The Octopus

4 Risposte a “The octopus”

  1. Sono contenta che vi piaccia, loro sono davvero bravi e meritano davvero le cose migliori. Di anche al tuo amico che se gli interessa averlo fisicamente su play.com lo vendono a un prezzo davvero molto interessante. 

  2. Questo disco è una meraviglia, l'ho consigliato anche ad un amico (nel giorno del suo compleanno, peraltro), che si è scaricato tutta la discografia e se la sta ascoltando a manetta.Grazie, Krishel!

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