Non riesco a condannare le persone che si annegano nella loro superficialità. Ho fatto questa riflessione molto tempo fa: quella gente che ti sembra superficiale, i ragazzi che ascoltano ad alto volume musica vuota e vana, le persone che si pascono della tv e dei reality show e delle soap non sono da disprezzare, forse al massimo da compatire. Vi siete mai chiesti se la loro superficialità è una sorta di condizionamento, un modo che hanno per convincere e autoconvincersi che va tutto bene, che tutto è controllabile, che è facile da ottenere come bere un bicchier d’acqua? Avete mai pensato che forse invece di pigrizia e svogliatezza si tratta di paura di uscire fuori dal proprio percorso già prestabilito e scoprire cosa c’è al di la della routine, al di là dell’orizzonte? Infondo quella paura è anche la mia: ho letto un sacco di blog in questi giorni, ho letto tante storie di persone che hanno problemi reali, fisici eppure riescono a trovare la voglia di vivere, riescono a guardare alla vita come a un dono prezioso. E mi chiedo: perchè loro ci riescono? Io sono perfettamente sana, a parte una testa in costante overdrive, eppure non ho mai amato molto la vita soppratutto la mia(e so già che a molti sembrerà una bestemmia). Perche diavolo non mi sveglio da questo maledetto torpore e mi rendo conto che in fondo posso essere quello che voglio se solo la smettessi di farmi tremila paranoie inutili, se solo la smettessi di avere paura di mettermi in gioco e di capire chi sono veramente e qual’è la mia piccolezza e la mia grandezza. Perchè è di questo che si tratta, paura.  "I’m afraid i can be devil man/and i’m scared to be divine" P.Gabriel(Ho paura di essere cattivo/sono terrorizzato dall’idea di essere divino) Scusate il mio lungo sfogo…((Alla fine sono riuscita a dire l’ennesima cattiveria su me stessa))

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