Nelle terre selvagge

Into the wild è un film di Sean Penn tratto da un romanzo basato dalla storia vera di Christopher McAndless che, dopo la laurea, abbandona tutto e tutti e comincia un giro per l’America alla ricerca del distaccod a una società in cui non si riconosce più.

C’è un’incomunicabilità di fondo che fa da fil rouge per tutto il film. Troppe cose taciute, troppe parole dette fuori posto, troppi segreti. Troppo tutto per garantire una facciata che alla fine non tiene. E il viaggio di Chris ancora una volta è un grido silenzioso per tutte le parole non dette, per tutto ciò che stato tenuto per scontato e che invece non era così. Per una convenzione stabilita non si sa nemmeno in nome di cosa. A me il film è piaciuto. Tutti i film che raccontano una storia, una bella storia e che portano a riflettere mi piacciono. Ci sono sempre meno film così. Quello che non condivido è il costante puntare il dito contro la società moderna. Ha i suoi difetti, e lo sappiamo tutti, ma anche i suoi pregi. I suoi difetti è che sempre di più ci lasciamo sommergere dalle cose, dagli oggetti. Ti aspetteresti che il film ti dicesse: disfati degli oggetti che fanno parte della cosiddetta civiltà borghese e riscopri i valori dei contatti umani. Peccato che non c’è redenzione nemmeno per quello. Non si salvano nemmeno i rapporti umani. E’ un viaggio alla riscoperta di se stesso, del suo ruolo nel mondo, alla riscoperta della verità e della felicità.<br />
Il finale amaro, che non vi svelo per non rovinarvi il piacere della visione, mi porta a chiedere diverse cose: 1) se questa ricerca non potesse essere fatta pur rimanendo all’interno della cosiddetta società moderna. 2) alla fine forse non sarebbe il caso di rinunciare a questa ricerca se i risultati sono quelli di essere soli e di non riuscire a essere compresi fino in fondo da nessuno e soprattutto se questa ricerca non ti porta a capire che, infine, quello che hai scoperto fin li è poca cosa perchè non puoi dirlo a nessuno, non puoi condividerlo con nessuno. “La felicità è solo reale quando la puoi condividere” come scrive lo stesso Chris nel film. Consigliatissimo.

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