Letters to Juliet

Ci sono delle volte in cui una persona sente il bisogno di vedere qualcosa di leggero. Sente l’impellente necessità di trovare una storia magari non propriamente originale ma raccontata in maniera piacevole, senza troppi orpelli o troppi mielismi. O forse semplicemente sto invecchiando e ho bisogno di qualcosa che mi scaldi il cuore. Credo che Letters to Juliet sia stato tutto questo per me.
Il film si apre in maniera abbastanza canonica per una commedia romantica. La protagonista sembra esser Sophie Hall, interpretata dalla delizionsa Amanda Seyfried, che lavora per il New York Time. all’inizio del film la vediamo alle prese con la ricerca di qualcuno che sia stato testimone diretto del famoso bacio a Time Square. Qualcuno che potesse confermare che il fatto fu del tutto spontaneo e non, come alcuni malpensanti hanno insinuato, un’evento creato ad arte. Sophie è una giovane romantica, crede che il vero amore trionfi sempre e ha il sogno di diventare una giornalista e una scrittrice. Sta per sposarsi con Victor, interpretato da Gael García Bernal, un giovane chef che è in procinto di aprire un suo ristorante e un po’ a causa dell’apertura, un po’ perché Sophie spera di trovare dei segni sul suo amore, entrambi partono per una luna di miele anticipata a Verona. E sin da subito vengono a galla i limiti di quella coppia. Victor sembra avere occhi solo per la cucina e per la ricerca di nuovi sapori, mentre Sophie è curiosa, interessata più alla vita di tutti i giorni delle persone e alle storie che queste possono raccontare. I due si separano e, durante una visita alla casa di Giulietta, fa la scoperta delle cosidette “segretarie di Giulietta”: donne che raccolgono i messaggi che tutte le donne con il cuore in mano affidano alla patrona degli innamorati e rispondono per lei. Sophie ben presto fa amicizia con queste donne dall’animo gentile e disponibile e decide di unirsi a loro. La scrittura è sempre stata la sua passione e crede di poter fare qualcosa di buono. E in una raccolta per caso scopre la lettera di Claire, una lettera vecchia di 50 anni che la donna aveva affidato a Giulietta ma che non aveva mai ricevuto risposta.
Sophie si sente in dovere di rispondere e fa quello che meglio sa fare: l’inchiostro scorre a fiumi e cambia i destini di diverse persone e anche il suo.
Claire, interpretata da una magnifica Vanessa Redgrave, rimane colpita dalle parole scritte dalla giovane Sophie e si mette alla ricerca di un amore estivo, un amore che non ha potuto essere altro fino a quel momento. E la ricerca avviene nonostante la disapprovazione del nipote Charlie, intepretato da Christopher Egan, un ragazzo apparentemente razionale che non crede nel vero amore e pensa che quella ricerca sia inutile e folle.
Tutta la storia verrà ambientata in un’Italia da cartolina e da favola, anche se ho apprezzato molto che abbiano mostrato la casa di Giulietta esattamente com’è davvero – e io che ci sono stata non posso far altro che confermare – e non dandole connotati hollywoodiani.
Mi piace pensare anche che Vanessa Redgrave abbia voluto recitare in questo film perché, da un certo punto di vista, raccontava una storia molto simile al suo vissuto personale. C’è stato anche un momento che ho trovato molto toccante. Quando Claire, con fare materno, prende la spazzola e comincia a pettinare i capelli della piccola e dolce Sophie mi sono commossa. E, chissà… mi piace pensare che fosse un momento intenso anche per la stessa Vanessa che ha perso una figlia e per cui certi gesti sono ricordi preziosi.
In realtà il vero protagonista della storia è l’amore, nel caso ve lo foste chiesti.
Come dicevo a inizio recensione: probabilmente una storia non originalissima ma… forse ne avevo bisogno.
Grazie Silvia per aver insistito a farmela vedere.
Consigliato se avete un animo romantico e se avete bisogno di una storia che vi scaldi il cuore.

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