L’amico ritrovato

Nel silenzio dal blog che mi sono auto imposta sono riuscita a ritrovare un vecchio amico. Un amico londinese, un animo sensibile che indaga negli incubi e nelle zone in ombra dell’animo umano. Certe volte le sue storie sono strazianti. Noi esseri umani riusciamo a essere dei veri propri mostri. E con la lettura di Dylan Dog, perchè è di questo grande personaggio che io sto parlando ora, ho ritrovato anche la voglia di prendere in mano la matita e buttare giù quello che vedo. Peccato che la mia mano sia parecchio arrugginita e il risultato è stato quello che è stato. Ma al di là di questo la sensazione è stata bella e forte e ho capito molte cose. Ho capito perchè il mio bisogno di silenzio, grazie al Negromante, ho capito perchè alla fine mi sono giocata il cuore l’ultima volta. Sono sensibilmente attratta da chi mostra una sensibilità fuori dal comune. Ma soprattutto ho ritrovato un linguaggio che era da parecchio tempo che non sentivo parlare. Mi chiedo perchè ho smesso. Non me lo chiedo, ricomincio da adesso a leggerlo…Niente descrizioni sul personaggio, sul fumetto in se perchè non darebbero comunque l’idea di cosa è e di cosa è stato. Ci sono cose che non possono essere raccontate dopotutto.<br />
P.S. A tutti i lettori: se vi siete mai chiesti com’è il famoso trillo del diavolo che Dylan suona mentre riflette sui suoi casi, beh ora potete togliervi il dubbio. Solo da premere il play…

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