La spada della verità, il ciclo.

C’è una regola non scritta che mi autoimpongo: non inizio saghe se queste non sono terminate. Grazie a Stephen King con la sua Morte Nera so perfettamente cosa vuol dire attendere anni prima di vedere concluse le vicende dei tuoi personaggi preferiti con la paura di non riuscirci. Quindi ho detto a me stessa mai più. Quindi quando una mia cara amica mi ha parlato di questo ciclo mi sono detta: proviamo. E senza neanche accorgermene sono rimasta invischiata tra le righe di questa storia e mi sono affezionata a tutti quanti.
La Spada della Verità è un complesso ciclo fantasy, composto da undici libri nella prima fase e per ora ci sono solo due libri della seconda fase, molto ricco di personaggi. Il protagonista della serie è un giovane di nome Richard Cypher, una semplice guida dei boschi che viene coinvolta da una misteriosa donna, Kahlan Amnell, nella ricerca di un grande mago di cui si sono da tempo perse le tracce. Mi fermo qui in realtà gli eventi si evolvono e tu assisti alla crescita, alla maturazione di Richard come uomo e, soprattutto, come mago. Richard viene nominato Cercatore da questo grande mago, scoprendo che lo aveva sotto gli occhi tutto il tempo senza saperlo, e imparando molte verità su se stesso. Credo che La spada della verità sia un nome più che azzeccato per questo ciclo. Più di una volta viene reiterato il fatto che la verità è uno strumento potente capace di distruggere qualsiasi illusione. L’autore tira le fila in maniera sapiente e ben presto ti ritrovi a correre, a leggere in maniera spasmodica per sapere cosa accadrà. Più volte mi sono ritrovata ad andare a letto ad orari improbabili perché non potevo staccare gli occhi dalle parole che leggevo. E’ una cosa che non mi accadeva da parecchio tempo. E’ un opera fantasy, genere vituperato da troppe persone, costruito con una certa sapienza ma a volte ho percepito la sensazione che l’autore travalicasse il genere e potesse tranquillamente parlare alle persone. Soprattutto il ritratto che viene fatto dell’impero dell’Ordine sembra una critica feroce verso certe dittature, soprattutto quelle sostenute dalla fede i risultati e i cui errori ci sono ben noti soprattutto se guardiamo al mondo del terrorismo tipico del fondamentalismo islamico.

Al punto in cui vi sto scrivendo questa recensione devo ancora iniziare l’undicesimo e ultimo libro. E non vi nascondo il fatto che ho un po’ paura ad iniziarlo perché non credo di essere molto pronta a dire addio a dei personaggio che mi hanno accompagnato in questi ultimi giorni. Però d’altra parte devo chiudere la storia, devo sapere come va a finire…

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