La ragazza che saltava nel tempo

La mia socia Silvia mi segnala un post di un blog dove c’è la recensione di questo anime. Leggo subito la trama e vengo catturata immediatamente dal tema. Devo essere onesta: io adoro le opere che hanno a che fare con i viaggi nel tempo o con la percezione di questo. Sono uno dei miei interessi principali.
La ragazza che saltava nel tempo (時をかける少女 Toki wo kakeru shōjo?) è un film d’animazione giapponese prodotto nel 2006 dalla Madhouse, diretto da Mamoru Hosoda e basato sul romanzo omonimo di Yasutaka Tsutsui, di cui l’anime rappresenta una continuazione. Makoto Konno è una studentessa delle superiori; un giorno inciampa nel laboratorio di scienze e per sbaglio urta un congegno che, come sarà rivelato più tardi, consente di viaggiare nel tempo. Quando la fanciulla cade dalla propria bicicletta per essere travolta da un treno e inaspettatamente si salva, scopre che, se compie un salto abbastanza lungo, può tornare indietro nel tempo ad un momento a scelta della sua vita.
La ragazzina usa questa capacità per risolvere piccoli problemi quotidiani, come porre rimedio ad una giornata pessima, o per poter mangiare un budino che la sorella più piccola le aveva rubato. La confidente più grande di Makoto è la zia, una restauratrice che ha una sensibilità particolare per l’arte e per la vita in genere. Le fa notare che spesso i rimedi che Makoto trova ai suoi problemi non fanno che portare a conseguenze peggiori di quelle volute.
In realtà l’anime parla di quella particolare fase della vita in cui si comincia a pensare a cosa si diventerà da grandi. Makoto subito non riesce a prendere una decisione netta. Lei si sente ancora la ragazzina che gioca con i suoi amici Chiaki e Kōsuke a baseball, con i loro rituali sempre uguali, così rassicuranti. Lei non si immagina adulta e quando Chiaki le confessa di essere di essere innamorato di lei, Makoto torna indietro nel tempo per evitare di sentirselo dire e quindi continuare ad avere un rapporto d’amicizia con il ragazzo. L’amicizia però inevitabilmente si guasta perché lei continua a evitarlo per l’imbarazzo e la possibilità di sentire di nuovo quella dichiarazione.
Tempo, crescita, grandi decisioni per la vita. Una promessa che scalda il cuore, che commuove e Makoto alla fine decide, sa cosa vuole essere da adulta. Il tutto raccontato con una sapienza nel dosare colori e sfumature dei sentimenti che ha del miracoloso. Un piccolo gioiellino che, se siete appassionati di animazione giapponese come me, non dovete assolutamente perdervi.

2 Risposte a “La ragazza che saltava nel tempo”

  1. Credo che la zia sia una figura chiave all'interno dell'intero anime. E' la voce della saggezza. Una sapienza che deriva dall'esperienza e dal saper guardare gli eventi con occhi non sporcati dagli stereotipi.E' una donna che ama, che ha dei rimpianti e sa far riflettere la nipote senza imporre il suo proprio punto di vista, come dovrebbe sempre essere.

  2. Recensione molto accurata ed emotivamente coinvolgente cara socia.Hai fatto bene a ricordarti del personaggio della zia, che credo aiuti non poco Makoto a maturare.Sì è un film che si prende il suo tempo per raccontare una storia.

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