La doppia vita di Veronica

 

Weronika è una ragazza polacca con una voce sublime. Si sposta a Cracovia per far visita alla zia malata. Durante le prove musicali di un coro Weronika si mette a cantare, il direttore d’orchestra la nota e le chiede di fare un’audizione in seguito alla quale otterrà una parte in un concerto. Un giorno, per le strade della città, vede salire su un pullman una turista che ha il suo identico aspetto. Più avanti nel film Krzysztof Kieślowski  ci mostra la vita di quella turista. Il suo nome è Veronique, una parigina con lo stesso dono per il canto a cui lei rinunciare per problemi cardiaci. Ogni scelta matura una strada diversa, una strada non presa. Veronique insegna musica ai bambini e durante una rappresentazione incontra un marionettista e ne viene affascinata. Tra i due nasce una relazione. Quando scoprirà di avere fotografato la ragazza polacca, Veronique intuisce la verità. Il marionettista, Alexandre Fabbri, costruirà in seguito due marionette con l’aspetto di Veronique e vuole raccontare la storia della donna. Mi è piaciuto molto il fatto che il film fosse diviso in due parti come voler dividere fisicamente le due vite. Una ambientata in Polonia, dove gli attori parlano in polacco, per me letteralmente un’esperienza sentire una lingua diversa dall’inglese e dallo spagnolo; l’altra a Parigi e doppiata in italiano. C’è un sapiente uso di luci e ombra, di inquadrature che quasi ci rendono partecipi del dolore e della vita delle due donne in maniera toccante mai volgare. La vita o meglio due vite raccontate senza aggiungere niente di superfluo. Come dovrebbe essere sempre…

Una risposta a “La doppia vita di Veronica”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.