Hereafter – Recensione –

In una intervista a proposito di Hereafter, il regista Clint Eastwood ha affermato: questo è un film per scettici. Il film racconta le storie parallele di tre persone, che in modi differenti hanno avuto a che fare con la morte. George Lonegan, interpretato da Matt Damon, è un operaio di San Francisco che può comunicare con i morti: i suoi servizi di sensitivo sono molto richiesti dalle persone che hanno subito un lutto, ma vengono da lui vissuti come una condanna, perché gli impediscono di vivere una propria vita. Marie è una giornalista di Parigi sopravvissuta allo tsunami del 2004, durante il quale è passata attraverso uno stato di pre-morte: questa esperienza le fa riconsiderare tutta la sua vita, le sue convinzioni, il suo lavoro, i suoi affetti, fino alla decisione di scrivere un libro per rompere il muro di silenzio che circonda l’argomento della morte e dell’aldilà. Marcus è un bambino di Londra che, dopo la morte del gemello in un incidente stradale, si trova solo, separato dalla madre con problemi di dipendenze e senza poter contare sulla presenza rassicurante del fratello, al quale si appoggiava in tutto. E il film non fa altro che mostrare la vita di queste tre persone in maniera asciutta senza facili moralismi, senza dare risposte certe. In fondo quando si parla di argomenti come la morte e la vita dopo la morte non c’è niente di sicuro, tutto rientra nel campo della sensibilità personale. Ho apprezzato il realismo delle immagini iniziali dello tsunami, il realismo del bambino che passa da ciarlatano a ciarlatano, lo scetticismo contro cui Marie deve combattere, le domande sulle esperienze di pre-morte. L’unica cosa che alla fine vince nel film è che l’unica certezza che abbiamo è la nostra esistenza qui e ora. Consigliato.

2 Risposte a “Hereafter – Recensione –”

  1. Ogni volta che leggo i tuoi post su libri, musica e films, mi meraviglio della tua grande capacità di sintesi.Sei proprio brava, sai?Ti lascio un piccolo amico (fotografato l'altro giorno all'Acquario).

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