L’elefante scomparso – Murakami


« Dopo la vicenda della scomparsa dell’elefante, mi succede spesso. Mi viene il desiderio di fare qualcosa, ma non riesco a capire che differenza ci sarebbe tra l’agire e il non agire, quali risultati ne deriverebbero nell’uno e nell’altro caso. A volte sento che le cose intorno a me perdono il loro giusto equilibrio, ma può darsi che si tratti di una mia impressione. Può darsi che sia dentro di me da allora allora qualcosa ha perso il suo equilibrio, e che isa questa la ragione per cui la realtà esterna mi appare distorta. Forse dipende da me»

Questo passo è molto significativo per descrivervi il punto in comune con tutte le storie narrate in questa raccolta di racconti di Murakami. Siete sulla riva di un lago, vi divertite a far rimbalzare i ciottoli sul’acqua e siete li a contemplare i cerchi, le piccole lieve increspature che il passaggio della pietra sta creando. La bellezza di questi racconti sta proprio nelle vibrazioni, nelle piccole cose quasi impercettibili. Tutti i personaggi di L’elefante scomparso sono esseri umani che hanno a che fare con  la perdita dell’equilibrio, con la ricerca di un senso comune a quello che stanno vivendo. Sono esseri umani che cercano di vivere la propria vita a discapito dell’incertezza più totale, della mancanza di una direzione precisa, di un significato, di qualsiasi cosa possa chiarirne loro il perché. Non ci sono risposte nei racconti, solo esseri umani con la loro immensa fragilità.

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