E si vola

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Fordlândia è il nome con cui fu battezzata una grande proprietà terriera del Brasile settentrionale, spersa in piena foresta amazzonica lungo il corso del Rio Tapajós, uno dei tantissimi affluenti del Rio delle Amazzoni, quando questa venne comprata dall’imprenditore americano Henry Ford nel 1929 per farne una piantagione di gomma da utilizzare per gli pneumatici delle sue automobili. E come tutti i sogni si scontra con una dura realtà di scelte infelici, di realizzazione ancora più infelice che condurrà Fordlandia a essere via via abbandonata. Questo però ha poco a che fare con il disco di Johan Johannsson, un’opera di infinita bellezza. Come ho già avuto modo di dire ci sono opere in musica, ma non solo in musica, che ci ricordano che l’essere umano non è solo capace di immense atrocità ma anche di opere dall’infinito splendore. E’ il caso di questo disco. 67 minuti in blico tra ambient, musica classica e voci che portano alla luce la parte più antica dell’essere umano. Ci sono dei momenti in cui è difficile spiegare cosa ci troviamo di fronte, l’unica soluzione è rimanere in silenzio ad ascoltare.
Ascoltare la voce di Dea Bellezza venuta a parlarci.
Ed è così bello spiccare il volo…

Qui qualcuno più capace di me di dirvi di cosa si tratta..

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