Clessidra

Post work in progress. Stop. Oggi arriva nei negozi di dischi Hourglass di Dave Gahan. Stop. Finalmente ne posso parlare e lo farò non appena sarò a casa e potrò ascoltarlo. Ora non mi azzardo nemmeno a provarci. Siate buoni con la vostra padrona di casa e pazienti. Ore 14:42 ci siamo. Si parte. Ma perchè ogni recensione per me è un parto? Tic, tac, le ore passano e anche Dave Gahan ne è consapevole. E lo esprime attraverso la sua nuova opera che si chiama in che modo? Clessidra, appunto. E’ lo sguardo di un ultra quarantenne verso il passato, verso la sua vita affrontando i demoni sempre in agguato, sempre dietro l’angolo e pronti a riportarlo indietro all’inferno da cui è sfuggito a stento. E’ un’uomo che ha visto tutto e il suo contrario eppure…<br /> Qualcosa negli occhi di un’altro, qualcosa di impercettibile, una luce, qualcosa che lo porta ad essere quella persona. Mi senti? Sto arrivando, aprimi la porta. E’ il singolo apripista Kingdom. Le sonorità sono quelle già conosciute del gruppo. Oltre al tempo vi è un’altro tema che ricorre: la fede. Sia in Kingdom che in Miracles, di cui vi parlerò più tardi, c’è questo elemento di un uomo che vorrebbe credere ma non riesce ad affidarsi. Alla fine del pezzo c’è un’apertura musicale che personalmente trovo inquietante. Come se fosse un terremoto, una scossa. Deeper and deeper è un ballabile dai suoni davvero deliziosi. Da alzare il volume a palla e scatenarsi. Farebbe muovere persino la persona più piantata. Infatti in questo momento mi sto nuovamente esibendo nella danza della scrivania. 21 days è il pezzo più caldo del disco, non chiedetemi perchè. Per il suo incedere sinuoso, per la voce deliziosamente accattivante come quello di un moderno pifferaio magico…portami dove vuoi. Ok mi riprendo subito. Cosa? C’è Miracles? Oh mamma. Questo è il gioiello assoluto del disco. E’ la canzone che mi fa morire di più, cantata con un’intensità vocale ed emotiva da brividi. Non è per persone ipersensibili. Quando canta per la prima volta “I’m just afraid of losing you” sono calde lacrime che scendono dagli occhi. Mi trasmette quest’immagine: è mattino presto e sta guardando la sua compagna addormentata e si sente miracolato. Non può credere a quello che ha, gli sembra un miracolo. Eppure la consapevolezza si fa strada. Vorrebbe credere che ci sia qualcosa di eterno ma non ne è sicuro. Ha paura di perdere tutto ciò che ha di più prezioso.
Ecco use you non l’ho capita. Musicalmente mi ricorda molto I feel you dei Depeche Mode. E a chi si riferisce quando dice: “sei mio fratello, ti siedo di fronte, ti voglio usare?” Non è dato sapere. Qualcosa è andato perduto, qualcosa è danneggiato. “Avrei dovuto ascoltarti molto tempo fa”. Insoluble pezzo dall’atmosfera decisamente notturno, impalpabile, etereo. Vorresti che il tempo si fermasse, che tutto fosse senza fine, Endless appunto. La ritmica e l’incedere del brano viene scandito dall’elettronica che trasmette all’ascoltatore l’idea di un qualcosa di ondivago, da ritmo spezzato, incerto in un certo senso. Una sirena lontana richiama l’attenzione in un contensto assolutamente  privo di coordinate temporali. Anche la voce si fa volutamente evanescente verso la fine. A little lie sembra la contraddizione del brano precedente. I suoni qui sono ricchi, pesanti, anche la ritmica è lenta e ponderata, anche la voce è più presente, più carica, quasi schiacciata idealmente dal peso delle bugie. Massacratemi subito ma la prima volta che ho sentito Down ho pensato a Creep dei Radiohead. La linea vocale me l’ha ricordata in maniera pesante. Il brano si apre in maniera incerta, il ritmo sembra seguire questa insicurezza e poi si apre nel ritornello. Sembra un’addio, un saluto consapevole. Ce ne stiamo andando dal mondo eppure questo continua a girare come se niente fosse. Riassumendo ci troviamo di fronte ad un’opera non innovativa, non originale ma con punte emotive altissime. Inoltre ci restituisce il ritratto di un’artista e di una delle voci più belle dell’intero panorama musicale. In Hourglass Dave Gahan canta davvero in maniera superlativa con un’intensità a tratti quasi insostenibile per me. Consigliato a tutti quelli che già amavano quest’uomo e soprattutto alle persone sensibili. Si è capito che adoro questo disco o no??

Pubblicato da krishel

Appassionata di musica, cinema, letteratura, scrivo solo per passione quello che mi passa per la testa.

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