Cinque quarti d’arancia


E’ come nuotare contro corrente. Ti sfinisce. Dopo un po’, chiunque tu sia, devi solo lasciar perdere, e il fiume ti riporta a casa.

Framboise Dartigen ha passato l’intera vita a nuotare controcorrente cercando di sfuggire a un passato terribile e a un segreto custodito gelosamente. Inevitabilmente però lei ritorna nel paesino di Les Laveuses in cui era nata e cresciuta e da cui era scappata a causa di un evento a cui nessuno doveva far menzione. Ci ritorna in incognito perché il suo nome è macchiato di un grave crimine. Le voci dei vecchi abitanti hanno accusato sua madre di aver ucciso un uomo. Framboise ritorna alla sua vecchia casa e ritorna con la mente agli eventi di allora: una bambina di nove anni alle prese con la seconda guerra mondiale e con i tedeschi, un’infanzia difficile divisa tra un rapporto burrascoso con una madre incapace di dimostrare affetto e un mondo troppo difficile e pericoloso. Boise riallaccerà i contatti con la madre solo tramite un vecchio diario dove quest’ultima non solo ha annotato le proprie ricette ma anche aperto il suo cuore come mai aveva fatto prima. Alla fine, solo alla fine Boise capisce che è inutile scappare, che è come nuotare controcorrente.
Nonostante ci troviamo di fronte a un libro meno poetico rispetto a quelli dedicati a Vianne Rocher, Joanne Harris mantiene la sua capacità narrativa di tenere incollato il lettore alle vicende narrate, mischiando con consapevolezza sapori e colori. I suoi personaggi sono ritratti in maniera vivida che sembrano sbucare fuori dalla carta stampata.

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